«Stavamo rientrando in albergo, dopo aver trascorso la serata in centro. Kristin si è seduta sul parapetto e non so come, ma ha perso l’equilibrio ed è volata giù. Non sono riuscito a salvarla». Era disperato Stephen Vincent, l’americano di New Orleans atterrato a Roma lo scorso 19 dicembre per la luna di miele, mentre raccontava la dinamica del terribile incidente. Un viaggio finito in tragedia per la moglie Kristin Elisabeth Falterman, di 35 anni e ora ricoverata in condizioni disperate all’ospedale San Camillo. L’incidente è avvenuto mercoledì sera, poco dopo la mezzanotte vicino al ponte Principe Amedeo Savoia. La coppia stava facendo una passeggiata prima di rientrare in albergo quando la giovane si è seduta sul parapetto del Lungotevere: un attimo di distrazione ed è caduta giù schiantandosi sulla banchina del Tevere.
LA DINAMICA
La coppia era convolata a nozze lo scorso 27 ottobre.
Ma le condizioni della 35enne americana sono apparse subito gravi. I sanitari l’hanno stabilizzata ed è stata trasportata in codice rosso all’ospedale San Camillo dove è ancora ricoverata nel reparto di terapia intensiva. Sul posto è intervenuta anche una volante della polizia e ora sono in corso le indagini per accertare quanto riferito dall’uomo. I poliziotti hanno subito proceduto con i rilievi sul ponte, da dove la sposa è volata giù. E quindi sulla banchina, dove sono stati eseguiti approfonditi accertamenti con gli uomini della scientifica. Il marito è stato a lungo ascoltato anche ieri pomeriggio. Ha quindi ricostruito gli spostamenti della giornata e gli ultimi istanti prima dell’incidente. Ma oltre al racconto del ragazzo, gli investigatori stanno cercando anche testimoni per confermare quanto riferito e ricostruito fin qui.
LE IPOTESI
La pista battuta dunque è quella dell’incidente. Anche se, almeno per il momento, non è esclusa nessuna ipotesi. Le indagini dunque sono aperte e restano alcuni punti da chiarir. Intanto le condizioni della sposa sono gravi ma stabili. Nella caduta ha riportato diverse fratture agli arti e alla testa. Quando è arrivata al pronto soccorso, era già priva di conoscenza. Ecco perché le prossime ore saranno determinanti per stabilire la gravità del trauma cerebrale.
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