La donna era riuscita ad avviare, in parallelo alla gestione di una agenzia immobiliare, un'attività di intermediazione creditizia abusiva, raggirando i clienti con l'illusoria prospettiva di investimenti, inducendoli a contrarre finanziamenti, parte dei quali si faceva poi affidare per prenderne profitto lei stessa.
Promuoveva l'accesso al credito promettendo opportunità di investimento in un fondo assicurativo remunerativo che permetteva non solo di coprire le rate del finanziamento, ma addirittura di estinguere in breve tempo il debito contratto. Ottenuto il denaro dei finanziamenti, dopo averne curato le pratiche falsificando, all'occorrenza, i dati delle buste paga, la donna riusciva poi a convincere le vittime a versarle ulteriori somme, anche contraendo nuovi finanziamenti.
Quando veniva scoperta, cambiava improvvisamente toni, minacciando le vittime di screditarle sul luogo di lavoro, di denunciarle o di inviargli spedizioni punitive.
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