Tredicine, le mani sul Capodanno di Roma: ricatti per i posti al Circo Massimo

Tredicine, le mani sul Capodanno di Roma: ricatti per i posti al Circo Massimo
di Michela Allegri
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Martedì 30 Aprile 2019, 08:22

Dettavano legge. Con minacce e tangenti, erano riusciti a mettere in piedi «un'associazione in grado di sostituirsi alla pubblica amministrazione, sottraendo alla stessa il controllo sul commercio ambulante di Roma». Uno degli ultimi affari che la famiglia Tredicine aveva per le mani era gigantesco: garantirsi il monopolio di bancarelle a camion-bar al Circo Massimo, in occasione della festa di Capodanno. È scritto nell'informativa agli atti dell'inchiesta sul racket delle licenze, coordinata dal pm Antonio Clemente. Gli indagati sono 40 in tutto e le accuse vanno dall'associazione a delinquere finalizzata all'induzione a dare o promettere utilità, al falso, fino all'estorsione. A pilotare le assegnazioni dall'interno del Campidoglio, per l'accusa, erano due funzionari: il dirigente dell'VIII dipartimento, Alberto Bellucci, e il suo braccio destro, Fabio Magozzi. Sono finiti sotto indagine insieme a diversi sindacalisti e ai re degli ambulanti romani: Dino e Mario Tredicine. Una rete di gregari, invece, costringeva i commercianti a pagare il pizzo per ottenere postazioni favorevoli. Nel dicembre dello scorso anno, gli interessi dei Tredicine - di Afiero e del fratello Dino, in particolare - erano rivolti accaparrarsi i posteggi al Circo Massimo. «Dentro al Circo Massimo ce stanno tutti i camion mia», dirà Dino entusiasta.
È il 14 dicembre 2018 quando il Campidoglio pubblica l'avviso per «l'organizzazione di attività di ristoro» in occasione del capodanno.

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IL BANDO
L'avviso pubblico «suscita presso la famiglia di ambulanti abruzzesi elevato interesse - si legge nell'informativa del Nucleo di polizia valutaria della Finanza e del X gruppo della Muncipale - dato il ritorno economico della manifestazione, ma anche per il fatto che questi detengono già diverse postazioni nei pressi dell'area e tale apertura inciderebbe molto a livello concorrenziale e di profitto sui loro introiti». Il più agguerrito è Alfiero Tredicine, che arriva addirittura a minacciare Bellucci. Il 13 dicembre 2018, quando scopre di essere stato escluso dal bando, si presenta di persona all'Ufficio Rotazioni e «solleva un'animata discussione», annotano gli investigatori: pretende di posizionare i suoi camion-bar «all'interno del perimetro della manifestazione». Perde la pazienza: «Io voglio l'ordinanza! - grida - te l'ho spiegato già l'altra volta». Il funzionario replica: «Ma mica posso decide io, la vedrà il Direttore». Tredicine non perde tempo: «Vado dal direttore!». Per gli investigatori, dalla conversazione «si evince come Alfiero, anche in tale circostanza, in modo diretto e spavaldo, suggerisce alla pubblica amministrazione, e nello specifico al Comune di Roma Capitale, i provvedimenti amministrativi da adottare a proprio vantaggio». L'intercettazione prosegue. «Io non sono d'accordo, non penso che tu sei d'accordo - dice Tredicine - stavolta tocca a me!».

LE MINACCE
L'ambulante torna nell'ufficio di Bellucci il 19 dicembre. Minaccia il funzionario: se il Dipartimento avesse dato seguito al bando è pronto a «inviare una diffida con richiesta di danni». Sostiene anche che avrebbe denunciato in procura il racket delle licenze. «Oh ma chi c... pensate de giocà? Ieri sera mi è venuta una persona mi ha detto mi dovete 3.000 euro per montare là», dice minaccioso. «Vai vai! Adesso il direttore blocca sta roba se no succede una guerra di Dio... basta, ho detto che blocca tutto», urla. E ancora: «Non finisce qui».
Alfiero, però, non sa che il vincitore del bando è suo fratello Dino Tredicine, che a fine dicembre chiama a sua volta Bellucci: «Dentro al Circo Massimo, Albè, ce stanno tutti i camion mia. Chiama (Alfiero, ndr) dici guarda che s'è saputo il risultato del Circo Massimo, ce sta il vostro fratello maggiore». Il funzionario scoppia a ridere: «Sai come rosica?».
 

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