Trans morta in casa, caccia all’ultimo cliente: trovata nuda sul letto

Tor San Lorenzo, Naomi Cabral, 50 anni, trovata nuda sul letto. La porta era aperta. I carabinieri indagano per omicidio

Trans morta in casa, caccia all ultimo cliente: trovata nuda sul letto
di Ivo Iannozzi e Alessia Marani
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Giovedì 6 Ottobre 2022, 22:53

Mistero a Tor San Lorenzo. I carabinieri indagano per omicidio in relazione alla morte della trans Naomi Cabral, cinquantenne di origine argentina. Il suo corpo senza vita, nudo, riverso supino sul letto della sua stanza, è stato rinvenuto nel primo pomeriggio di mercoledì da un’amica che era andata a cercarla preoccupata poiché non si era vista all’appuntamento per il pranzo.

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«Quando ho bussato alla porta - racconta la donna - l’uscio era già aperto, ho fatto qualche passo in avanti, e nella camera ho scorto Naomi che non dava segni di vita e sono corsa ad avvertire il figlio della proprietaria di casa».

Forse qualcuno che era con lei è scappato via. Forse Naomi si poteva salvare. E quella persona ora è ricercata. 


LA SCENA
Sono le 15 quando dalla palazzina a cortina a ridosso del dancing “Samoa” sulla via Litoranea, nel comune di Ardea, parte l’sos ai soccorritori. Arriva l’ambulanza del 118 insieme con le pattuglie del nucleo radiomobile dei carabinieri di Anzio. Apparentemente sul corpo della transessuale non ci sono segni di violenza, né di colpi inferti con armi da taglio o da fuoco. La morte risalirebbe, secondo il medico legale, a diverse ore dal rinvenimento. L’ultima volta che l’argentina era stata vista dalle amiche era il giorno prima. Dalla sera di martedì, però, nessuno aveva più visto Naomi. Ma cosa è accaduto allora alla trans? Sul cadavere la Procura di Velletri ha disposto l’autopsia. Saranno gli esami autoptici a stabilire con esattezza che cosa abbia causato il decesso della cinquantenne. Ma i carabinieri di Anzio e del nucleo investigativo di Frascati stanno lavorando già anche a un’altra ipotesi: ossia a quella che, a prescindere da cosa sia accaduto, Naomi non abbia trascorso gli ultimi momenti della sua vita da sola. 


LASCIATA MORIRE
E che, anzi, qualcuno che si trovava in sua compagnia, spaventato per averla vista agonizzante, invece di attivare i soccorsi, sia scappato via lasciandola morire. Per questo il pm sta valutando se procedere anche per il reato di morte in conseguenza di altro delitto. Il corpo della trans, dunque, è stato trasferito alla camera mortuaria dell’istituto di medicina legale dell’Università di Tor Vergata dove nelle prossime ore sarà eseguito l’esame. Anche se non evidenti a prima vista, Naomi potrebbe avere subito lesioni o traumi interni oppure avere assunto sostanze. Quella zona del litorale ardeatino ospita una nota piazza di spaccio. Sebbene nell’appartamento preso in affitto i carabinieri non abbiano rinvenuto droga, si indaga anche nell’ambiente degli spacciatori e dei consumatori abituali di stupefacenti per capire chi possa essere stato a casa della trans. Il telefonino di Naomi è stato sequestrato, i militari hanno posto i sigilli all’abitazione e repertato tutto ciò ritenuto utile (tracce biologiche e impronte) a risolvere il giallo, in attesa dell’esito della analisi necroscopiche. Non solo.

LE INDAGINI
I carabinieri stanno acquisendo le immagini riprese da alcuni impianti di videosorveglianza privati della zona per identificare chi è entrato e uscito dall’appartamento tra la notte e la mattina di mercoledì. Naomi Cabral abitava a Marina di Ardea da alcuni mesi. «Prima risiedeva ad Ardea centro - spiega ancora l’amica - e frequentava soprattutto le zone di Trigoria, la pineta di Ostia e la litoranea. A un certo punto ha pensato di prendere in affitto un appartamento in questa zona dove vivere la propria vita senza più dover frequentare la strada». Ed è qui che la trans riceveva i suoi clienti. Seduti ai tavolini del bar Samoa, ci sono altre persone che conoscevano Naomi. «Era una persona tranquilla che non aveva mai avuto problemi - racconta un’altra donna - Non penso ad una morte violenta, ma ad un malore, è difficile pensare che qualcuno possa averle fatto del male». A Naomi non piaceva cucinare e pranzava e cenava fuori con le amiche della piccola comunità argentina che si era ricreata sul litorale. «Mercoledì abbiamo provato a chiamarla più volte per chiederle di raggiungerci, ma non rispondeva. Quando l’ho vista immobile ho capito subito che le era successo qualcosa di grave».

 

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