«Della Roma, non sono tifoso, ma tifosissimo. E Totti, per me, è un mito insuperabile, un esempio da seguire proprio al massimo». Si presenta così Massimo Annibali, il bambino veliterno che è il protagonista del film documentario Mi chiamo Francesco Totti, interpretando la parte del fuoriclasse giallorosso - il Capitano - alla sua età, dieci anni. Msssimo è da sempre appassionato al calcio: ha cominciato ad assaggiare il pallone a quattro anni. Appena possibile i genitori, Fabrizio e Désirée, anche loro indiscussi fan della Roma, lo hanno iscritto a una scuola calcio della Vjs Velletri, poi alla Fortitudo della città veliterna e ora nel gruppo della categoria Pulcini della Velletri Calcio, Prima Categoria laziale.
Infascelli: «Totti voleva raccontarsi, nel film siamo riusciti a farlo»
Massimo, occhi chiari come il suo idolo, frequenta la quinta classe alla Tevola (Velletri Nord) e abita con i suoi alle falde del Monte Artemisio.
Poi, mi ha insegnato anche a colpire di testa».
Entusiasta l'attuale istruttore del piccolo calciatore Simone Calcatelli: «Massimo - dice - s'impegna molto, è un bambino che trasmette simpatia, sia al mister sia ai compagni. È sempre sorridente e in campo gioca fisso in avanti con la voglia costante di tirare in porta». Ma per Massimo Annibali - approdato al Cinema dopo che la madre ha risposto a un annuncio social del 2018 (si cercava un bambino biondo e con gli occhi chiari di circa otto anni per un provino) - non esiste soltanto il calcio. Oltre alla scuola e agli amici, c'è il teatro: è iscritto alla scuola Musical Weekend di Roma. Al suo attivo già diverse partecipazioni a video-clip e performance televisive. Quindi, per lui, due interessanti filoni entrambi da seguire. C'è ancora tempo per effettuare una scelta di vita.