«Torri Eur, i favori di Caudo»: nuove accuse dalla dirigente. L'ex assessore indagato: pratiche pilotate

«Torri Eur, i favori di Caudo»: nuove accuse dalla dirigente. L'ex assessore indagato: pratiche pilotate
di Michela Allegri
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Martedì 15 Ottobre 2019, 10:28
Pressioni, ritorsioni e accordi sottobanco. Nelle carte dell’inchiesta su Palazzo Raggi e sulle Torri dell’ Eur, emergono particolari inediti sull’ex assessore all’urbanistica Giovanni Caudo, oggi presidente del III Municipio e indagato per abuso d’ufficio e traffico di influenze illecite. A raccontare del clima opprimente e delle vendette interne al dipartimento Urbanistica è Cinzia Esposito, ex capo della direzione Edilizia, trasferita con «effetto immediato» a Ostia proprio da Caudo e dall’ex dirigente del dipartimento Urbanistica Antonello Fatello, pure lui indagato per corruzione e abuso d’ufficio, per i favori al gruppo Bonifaci, in relazione a progetti di riqualificazione edilizia. Le intercettazioni sembrano supportare le ipotesi della procura: l’ex assessore avrebbe ottenuto incarichi universitari come contropartita per avere fatto risparmiare ben 23 milioni di euro di oneri concessori da versare al Comune alla cordata che doveva realizzare un centro direzionale nelle due Torri dell’ Eur, facendo passare l’intervento per un’opera di riqualificazione.

Un progetto che vedeva insieme Cassa depositi e prestiti e alcune aziende private. Proprio Caudo, secondo gli inquirenti, «pur essendo decaduto dall’incarico di assessore continuava a interessarsi della pratica delle Torri». In cambio, avrebbe ricevuto, appunto, incarichi universitari per se stesso e per i suoi collaboratori, per un totale di 450mila euro. Il suo interlocutore è l’avvocato Giovanni Valeri di Cdp. È al legale che Caudo scrive il 18 dicembre: «Il parere positivo lo trasmetteranno al soprintendente domani o al massimo lunedì». P

revisione corretta: la firma arriva l’indomani. Il giorno prima Valeri commentava con un architetto di Cdp: «Fermare tutto e farvi ripartire dal restauro, credo che abbia fatto risparmiare... siamo intorno ai 15-20 milioni». Ma secondo i pm è centrale un’altra conversazione: Caudo prospetta all’ex collaboratore Mauro Baioni l’affare futuro. Siglare un accordo attraverso uno dei manager della cordata e coinvolgere l’università «che potrebbe concedere uno spazio» tra borse di studio e incarichi: l’ex assessore ipotizza un costo medio annuale per 4 persone di 160mila euro, per cui occorrerebbe chiedere circa 480mila euro in totale.

La chiave sarebbe Emanuele Caniggia di Idea Fimit: «Una miniera d’oro - dice Baioni - che avrebbe in portafoglio 1.400 immobili di cui il 10/15% vuoti». E poi c’è Cinzia Esposito, che racconta ai pm di essere stata trasferita dopo essersi opposta al rilascio di alcune delibere che, per l’accusa, avrebbero agevolato il costruttore Domenico Bonifaci e una società collegata a Cassa Depositi e Prestiti. Nel maggio 2015, la dirigente spiega: «Ritengo di aver subito un torto e una penalizzazione professionale». Perché, «nel periodo in cui sono stata alla direzione Edilizia, evidentemente ho dato fastidio per aver ostacolato interessi privati illeciti».

E aggiunge: «Caudo, dopo qualche mese dalla mia nomina ha iniziato a escludermi dalle decisioni, non invitandomi alle riunioni». L’assessore riteneva che il suo «atteggiamento di approfondimento istruttorio» potesse metterlo «in cattiva luce con gli imprenditori». La donna ricorda un episodio del marzo 2015: Caudo, alla presenza di un responsabile del gruppo Bonifaci, e di Fatello, chiese, «in maniera ironica, se procedessi con un approfondimento istruttorio così dettagliato su tutte le pratiche. Voleva imputarmi il ritardo nell’emanazione di una determina».

Ma il trasferimento - racconta la Esposito - sarebbe seguito al rifiuto di approvare il progetto di recupero di un immobile in Largo Santa Susanna. Un’azienda - che per il pm era riconducibile a Cdp - puntava a ottenere un cambio di destinazione d’uso: aveva chiesto un titolo che prevedeva la realizzazione di uffici, mentre l’accordo di programma prevedeva la realizzazione di un centro urbano, culturale e commerciale. «Io e i miei collaboratori abbiamo emesso una nota quale preavviso di rigetto del permesso - racconta la donna - sono stata convocata nell’ufficio dell’assessore, era presente anche Fatello. Hanno avuto un atteggiamento aggressivo».

Poco dopo era stata spedita a Ostia.
Per la vicenda di Largo Santa Susanna, Caudo e Fatello sono indagati per abuso d’ufficio.
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