Torre Maura, c'è rischio scontri nelle altre periferie: gruppo di nomadi in fuga

Torre Maura, c'è rischio scontri nelle altre periferie: gruppo di nomadi in fuga
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 5 Aprile 2019, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 13:53

Non era stato calcolato eppure è successo. La rabbia sociale di chi vive in luoghi dimenticati dall'amministrazione capitolina ha colpito il Campidoglio in pieno volto. E ora l'amministrazione di Virginia Raggi si trova a ripetere: «Attenzione a come procedere con gli spostamenti delle persone». Perché i comitati di altri quartieri, dove il Comune ha pensato di trasferire i nomadi, sono in fermento e pronti ad alzare le barricate, perché oggi è stato convocato un Comitato per l'ordine e la sicurezza in Prefettura e perché gli stessi funzionari che in queste ore si trovano a gestire la delicata situazione di Torre Maura lo ripetono da due giorni: «La protesta scatta anche altrove». Ieri tra le stanze di Palazzo Senatorio in più di un'occasione si è ripetuta questa frase che scopre tutta la fragilità del Campidoglio a guida cinquestelle e svela la reale preoccupazione che sta montando: quante altre micce come quella di Torre Maura potrebbero accendersi? La reazione di chi vive in questa periferia non era stata presa in considerazione da chi guida Roma. Poi la miccia ha iniziato e bruciare e prima che la bomba esplodesse, si è corso ai ripari varando un piano di trasferimento che entro lunedì prossimo dovrebbe allontanare i 70 nomadi e i 33 minori in altre strutture della città. Quelle individuate, però, fino ad ora si trovano quasi tutte in contesti urbani non dissimili da quello che caratterizza Torre Maura e la zona a Est della Capitale.

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«PRONTI ALLE BARRICATE»
A Casalotti uno dei quartieri a nord-ovest di Roma dove il Comune ha individuato un centro trasferendovi i primi nomadi, i residenti sono già in allarme e con loro le opposizioni in Aula Giulio Cesare. Il capogruppo di Fratelli d'Italia, Andrea De Priamo, non ci è andato per il sottile: «Siamo pronti ad alzare le barricate». E mentre più di uno tra i presidenti dei Municipi guidati dal Movimento 5 Stelle si sfila dicendo: «Non possiamo accogliere nessuno perché non abbiamo gli spazi», la questione dei trasferimenti planerà oggi sul tavolo per l'Ordine e la sicurezza pubblica convocato in Prefettura. La polizia sintetizza: l'attenzione deve restare alta. Intanto ieri la macchina comunale ha rallentato: solo 16 nomadi (dei 21 previsti per la giornata) sono stati condotti a Casalotti ma anche a Centocelle, mentre tra i 14 spostati mercoledì, 5 si sono fatti lasciare dagli operatori sociali in strada senza raggiungere il centro. E ieri per un soffio si è evitato il peggio. Solo il violento temporale che si è abbattuto sulla Capitale nel tardo pomeriggio ha sedato l'ennesima deflagrazione scoppiata tra i cittadini per un pezzo di pane.

Erano da poco trascorse le 18 quando alcuni volontari di una associazione no-profit sono arrivati in via dei Codirossoni con delle buste piene di cibo da portare ai nomadi chiusi nella struttura. «Siete venuti a provocarci», il grido dei residenti «A noi non ci ha pensato mai nessuno e adesso siete qui a portare il pane!». In aria sono volate le reciproche accuse: «Roma non è razzista, voi sì», «Siamo dei disperati che vivono nel nulla e con nulla, vergognatevi con il vostro altruismo di facciata». La rissa, che pure si respirava nell'aria, è stata bloccata sul nascere dalla polizia e dalla carica di blindati con agenti del reparto mobile arrivati in pochi minuti.
Il fuoco è stato spento prima che divampasse come la notte dello scorso martedì. Dalla Conferenza episcopale italiana, il segretario generale, monsignor Stefano Russo, ha sottolineato la necessità di avere «uno sguardo alle persone ma anche attenzione alla comunità» per «evitare guerre tra poveri». «Siamo preoccupati dalla strumentalizzazione di alcune situazioni» da parte della politica. Intanto per sabato CasaPound ha organizzato un sit-in che, molto probabilmente, si svolgerà in via Piovanelli, a pochi metri di distanza dal centro Sprar. Attesi poi anche i centri sociali, mentre oggi pomeriggio potrebbe arrivare Forza Nuova.
 

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