Roma, Tivoli, chiusi i laboratori in ospedale

Roma, Tivoli, chiusi i laboratori in ospedale
di Fulvio Ventura
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Sabato 21 Dicembre 2019, 14:23
Sindacati sul piede di guerra contro l’Asl Rm 5 per la convenzione con l’ospedale Pertini per l’esecuzione degli esami di laboratorio. Oggetto della battaglia il progetto di spedire nella Capitale tutti i campioni di sangue, feci ed urine, con spostamenti anche di 70 chilometri. La Cisl, oltre a scrivere più volte ai vertici dell’Azienda, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti. «Tutte le procedure di analisi - spiega Dimitri Cecchinelli, segretario territoriale della Cisl FP - per essere corrette prevedono che un esame vada lavorato non oltre quattro ore dal prelievo e in molti casi mantenuto a temperatura definita e costante. Abbiamo chiesto all’Asl di interrompere la validità dell’atto per tutelare la salute pubblica».

Il piano prevede che, ad eccezione di alcune analisi strettamente collegate all’urgenza, tutti i campioni vengano spediti a Roma dai punti di raccolta presenti nel vasto territorio dell’azienda sanitaria. La delibera di convenzione dello scorso maggio tra la Roma 5 e la Roma 2 è stata subito contestata dalla Cisl e ora il sindacato torna alla carica con il nuovo direttore Giorgio Santonocito, fresco di nomina. «Per alcune analisi – critica Cecchinelli - come quelle di immunoterapia, i campioni vanno mantenuti alla temperatura costante di 4 gradi che nel trasporto non risulta monitorata da sistema satellitare. I fattori di coagulazione hanno strutture molecolari instabili, soprattutto negli screening della coagulazione di 2° livello e dopo un trasporto di 100 chilometri, praticamente non rimane nulla da analizzare. Negli esami biologici di ricerca batterica, come un esame colturale delle urine, la semina va eseguita entro due ore dal prelievo biologico, così come per tutti gli altri esami di ricerca batterica. Con questo sistema di trasporto fuori sede le lunghe distanze e i lunghi tempi di percorrenza, non garantiscono la cultura».

«Questa convenzione - spiega il segretario - non trova alcun fondamento nella norma che regola l’ottimizzazione delle risorse nel pubblico impiego, ma destruttura un sistema di gestione analisi ad elevata qualità presente nella Asl Roma 5, producendo un danno economico e una netta diminuzione nella qualità nel sistema». La Cisl ha aperto una nuova vertenza contro la Roma 5 e ha avanzato un lungo elenco di richieste a partire dal personale: «Serve uno sforzo straordinario – commenta Cecchinelli - nell’individuare di concerto con le parti sociali il reale fabbisogno di personale riducendo al minimo l’utilizzo di personale con contratto atipico. Che si inizi immediatamente la ristrutturazione degli spazi e dei servizi territoriali in assoluta decadenza, si pianifichi l’integrazione dei servizi sanitari con le richieste del territorio. Ci si faccia carico attraverso azioni shock della ripartenza dell’attività Chirurgica con la riapertura immediata delle liste d’attesa. Si incrementi la diagnostica, oggi assente e dove presente, depauperata ed obsoleta».
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