Terza dose nel Lazio, sì agli open day per salvare il Natale

Iniezioni senza obbligo di prenotazione. Ogni giorno 2mila ex no-vax si vaccinano

Sprint terza dose: sì agli open day per salvare il Natale
di Francesco Pacifico
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Domenica 21 Novembre 2021, 00:49 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 09:38

Open day senza prenotazione, hub a pieno regime per le terze dosi, maggiori operazioni di tracciamento (leggi tamponi, soprattutto nelle scuole), controlli nelle zone dove sono possibili maggiori assembramenti e più posti letti nei reparti degli ospedali. Scatta da oggi il piano anti Covid “Natale sicuro” della Regione, nella speranza di contenere i casi di contagio in un periodo molto delicato, anche perché il ritorno delle misure di restrizioni potrebbero essere fatali sia per il mondo del commercio sia per il comparto turistico. «Dobbiamo alzare la guardia - spiega l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato - e dobbiamo accelerare sulle terze dosi per non avere problemi a Natale».

In questa strategia, come detto, centrali saranno proprio gli Open day.

Oggi, nel Lazio, ripartono le vaccinazioni libere. Aperti a tutti over40 che hanno fatto la seconda dose 180 giorni fa, si inizia da una decina di hub tra Roma e le altre province della Regione: il San Giovanni Addolorata, il San Camillo (nel punto di via Quirino Majorana), il Policlinico Umberto I al centro Eastman), Il Policlinico Tor Vergata, Fiumicino al parcheggio di lunga sosta, i centri della Asl Roma 4 e all’ex Bosi a Rieti. Ma D’Amato non esclude di estendere e soprattutto vuole ripetere queste giornate almeno fino alla fine di dicembre. L’obiettivo minimo è quello di iniettare così almeno 30mila dosi.

IL PERICOLO DA EST

L’obiettivo è limitare gli effetti della quarta ondata, già in corso negli Stati confinanti l’Italia. Non a caso lo stesso D’Amato ha chiesto maggiori controlli, come in passato fatto nei confronti di altre comunità straniere provenienti da Paesi a rischio, soprattutto per i cittadini dell’Europa dell’Est, che lavorano in Italia e spesso fanno su e giù con le loro zone di appartenenza.

L’ultimo bollettino Covid dell’unità di crisi regionale anche ieri segnalava un lieve rallentamento, ma i numeri comunque a essere alti: infatti nelle scorse 24 ore, su quasi 46mila tra tamponi antigeni e molecolari, si sono registrati 1.079 nuovi casi positivi (di questi 523 solo nella Capitale e più in generale 150 in meno rispetto al giorno precedente), 3 i decessi (-1), 613 i ricoverati (+2), ottanta letti di terapia intensiva occupati (-5) e 714 guariti in più, con il rapporto tra positivi e tamponi al 2,3 per cento. Rispetto però allo scorso anno, sono calati di 38 unità i decessi, di 1.588 i positivi, di 2.589 i ricoverati in area medica, di 257 quelli in rianimazione, di 60.373 le persone in isolamento domiciliare.

La situazione rende indispensabile un’accelerazione nelle dosi booster. Anche perché, finora, le inoculazioni delle terzi dosi vanno a rilento. Stando all’ultimo monitoraggio della Regione, tra gli over80 - quelli più a rischio di ammalarsi in modo grave - poco più del 40 per cento si è già visto somministrare la terza dose, percentuale che scende al 14 per cento tra gli over70 (anche loro necessitano di un completamento della copertura) e al 6 per gli over 60. Nei suoi frigoriferi la Regione ha stipate già un milione di dosi di vaccini, un’altra quantità simile sarà consegnata entro Natale da Pfizer e Moderna.

Fiale sufficienti per permettere alla macchina vaccinale regionale - gli hub, gli oltre 3.800 medici di base e le 800 farmacie - di garantire entro la fine dell’anno tra le 70 e 80mila somministrazioni al giorno, necessarie per coprire due terzi della popolazione attesa per il booster. Sono circa 2,6 milioni di persone dai 40 anni in su. Ma dalla Regione fanno notare che grazie alle chiamate a casa dei medici di base, «c’è anche una ripresa delle prime dosi ed è significativo perché si stanno convincendo i più ostinati». Sono circa 2mila i no-vax al giorno che ci hanno ripensato.

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