Termovalorizzatore a Roma, quali saranno i vantaggi per i cittadini? Meno tasse rifiuti, risparmio in bolletta e zero emissioni

Con il nuovo impianto sarà possibile ridurre la tassa sui rifiuti e risparmiare sulle bollette di luce e gas. Zero emissioni inquinanti

Termovalorizzatore a Roma, quali saranno i vantaggi per i cittadini? Meno tasse rifiuti, risparmio in bolletta e zero emissioni
di Francesco Bisozzi
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Venerdì 22 Aprile 2022, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 09:22

Spediamo 581mila tonnellate di rifiuti all’anno fuori confine. Perché? Perché mancano i termovalorizzatori. Così, visto che in Italia non siamo in grado di trasformare gli scarti in energia a basso costo, all’estero risparmiano sulla bolletta grazie a quello che noi italiani buttiamo nella spazzatura. Secondo i dati dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, i rifiuti made in Italy avviati al trasporto transfrontaliero sono risultati in crescita del 13 per cento nel 2020. Per provare a risolvere una volta per tutte il problema dei rifiuti nella Capitale, il sindaco Gualtieri ha annunciato di voler costruire entro il 2025, in tempo per il Giubileo, un nuovo termovalorizzatore per la città, in grado di trattare 600mila tonnellate di rifiuti indifferenziati l’anno. I pasdaran del Nimby (non nel mio cortile) sono già pronti però ad alzare le barricate. Ma ecco, punto per punto, come stanno davvero le cose.

Un termovalorizzatore per Roma, Gualtieri: «Impianto in due anni e zero discariche»

QUALI RIFIUTI FINISCONO NEI TERMOVALORIZZATORI? 
L’Ispra ha rilevato che nel 2020 il 44,2% del totale dei rifiuti prodotti in Italia, corrispondente a 3,7 milioni di tonnellate, è stato smaltito in discarica.

Agli impianti di incenerimento con recupero di energia sono stati avviati invece circa 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti, il 26,7% del totale prodotto, costituiti principalmente da frazione secca (1,1 milioni di tonnellate), da combustibile solido secondario (quasi 865 mila tonnellate) e da frazione organica non compostata (circa 136 mila tonnellate).

ARRIVERANNO ANCHE I RIFIUTI DI ALTRE CITTÀ?
Affinché i sistemi di gestione integrata dei rifiuti urbani risultino efficaci, devono essere dimensionati su scala almeno regionale.

DOVE SORGERÀ IL NUOVO IMPIANTO?
L’area prescelta è la zona industriale di Santa Palomba, a Sud della Capitale, vicino ai Comuni di Pomezia, Ardea e Albano. 

UN TERMOVALORIZZATORE INQUINA L’ARIA?
In realtà è stato calcolato che i termovalorizzatori emettono una quantità di emissioni nocive otto volte inferiore rispetto a quella delle discariche. L’Europa indica come metodo prioritario di smaltimento il riciclo e il riuso, ma specifica che il recupero di energia dai rifiuti è comunque preferibile rispetto al trattamento in discarica. Gli obiettivi di economia circolare fissati dalla Ue prevedono che entro il 2035 soltanto il 10% degli scarti vadano in discarica. Per raggiungere questo traguardo l’Italia deve dotarsi di almeno una dozzina di termovalorizzatori in più, da Roma in giù: quelli attualmente in funzione si trovano soprattutto nelle Regioni settentrionali. 

CHE SUCCEDE SE LE EMISSIONI SUPERANO LA SOGLIA CONSENTITA?
Il sistema di monitoraggio delle emissioni effettua una misurazione continua della concentrazione degli inquinanti, tra i quali polveri, ossidi di azoto e acido cloridrico, dopodiché i valori misurati sono mediati su base oraria e giornaliera al fine della verifica del rispetto dei limiti previsti dalla legge. Quando vengono raggiunte le soglie di allarme l’operatore interviene per correggere l’anomalia e, in caso di superamento dei valori limite, il sistema attua automaticamente il blocco dell’alimentazione del rifiuto: l’impianto si ferma. Non c’è dunque alcuna possibilità di emettere sostanze tossiche nell’aria.

GLI IMPIANTI EMETTONO CATTIVO ODORE?
No, perché l’aria generata dal trattamento dei rifiuti viene aspirata verso l’interno e immessa nella camera di combustione, che annulla le esalazioni.

QUANTO RISPARMIERANNO I ROMANI GRAZIE AL NUOVO IMPIANTO? 
Il nuovo termovalorizzatore, stando a quanto annunciato dal sindaco, dovrebbe addolcire una delle imposte più temute dai cittadini della Capitale, la Tari. Possibile una riduzione della tassa del 20 per cento. Oggi a Roma una famiglia paga in media 389 euro l’anno per la tassa sui rifiuti, quindi potrebbe risparmiare quasi 80 euro l’anno. Non solo. Ci saranno effetti positivi anche per quanto riguarda il decoro urbano. La presenza del termovalorizzatore infatti consentirà al Comune di investire sul potenziamento della raccolta dei rifiuti e della pulizia della città. 

QUALI BENEFICI SULLE BOLLETTE DI GAS E LUCE?
Il nuovo impianto dovrebbe produrre energia pari a soddisfare il fabbisogno energetico di 150mila famiglie e consentirà di risparmiare il gas utilizzato da 60mila famiglie l’anno. Secondo una stima dell’economista della Luiss Andrea Bollino, è come se la città riducesse il suo consumo energetico del 10%.

QUANTI SONO OGGI IN ITALIA I TERMOVALORIZZATORI?
Solo 37. Tra energia elettrica e termica producono nel complesso circa 6,7 milioni di MWh ogni anno, una quantità pari al 2,2% del fabbisogno nazionale. Secondo le stime di Utilitalia, Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, se costruiamo gli impianti di incenerimento che l’Europa ci chiede per mettere il turbo all’economia circolare possiamo arrivare a produrre ulteriori 2,5 milioni di Mwh/anno, equivalenti a circa 2,34 miliardi di metri cubi, ovvero il 3 per cento del gas consumato nel Paese nel 2021. La piena valorizzazione del potenziale del biometano dai rifiuti a matrice organica vale un altro miliardo di metri cubi secondo quanto stimato dal Pniec, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima. Aumentando l’energia prodotta dai rifiuti, stando ai calcoli di Utilitalia, è possibile tagliare dunque del 5 per cento le importazioni di gas dall’estero e garantire un risparmio di spesa importante. 

COSA FANNO GLI ALTRI PAESI EUROPEI?
Nel resto dell’Europa hanno capito già da un pezzo che il recupero di energia dai rifiuti rappresenta una soluzione migliore rispetto allo smaltimento in discarica. I dati Ispra dicono che il valore pro capite relativo ai rifiuti urbani avviati a recupero energetico nei Paesi Ue è stato pari in media nel 2019 a 131 chilogrammi per abitante per anno. Si va dai 401 chilogrammi per abitante della Danimarca ai 6 chilogrammi per abitante di Cipro. L’Italia, con 96 chilogrammi per abitante per anno, si piazza decisamente al di sotto della media europea. In Germania e Francia, per intenderci, l’asticella sfiora i 200 chilogrammi per abitante per anno. Belgio ed Estonia superano la soglia dei 150 chilogrammi per abitante per anno.
 

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