Nuova aggressione in pronto soccorso. Ieri sera, all’ospedale San Giovanni, un tossicodipendente ha colpito due infermieri, minacciato con un coltello le guardie giurate che solo a fatica sono riusciti a bloccarlo e a consegnarlo, successivamente, ai carabinieri. Si tratta dell’ennesimo episodio di questo tipo. Ma riavvolgiamo il nastro della vicenda: il 37enne noto per problemi comportamentali e consumo di droga, solo per miracolo non è precipitato dal sesto piano di un palazzo in via Annio Felice, in zona Ardeatina. Erano da poco passate le 18 quando, in casa della nonna, ha iniziato a dimenarsi, ad agitarsi più del solito. Si sentiva perseguitato, «sento delle voci» ha detto. Poi ha scavalcato la ringhiera del balcone scivolando giù. Fortunatamente è rimasto impigliato sui fili della biancheria al piano sottostante. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di San Sebastiano e i vigili del fuoco che lo hanno portato al pronto soccorso del San Giovanni ancora «inseguito» dalle voci. È stato lì che, in attesa della visita, intorno alle 20.30 ha spinto una infermiera contro il muro e aggredito un altro intervenuto in sua difesa colpendo con un pugno un terzo, loro collega.
Botte ai medici, in arrivo condanne più dure: è allarme rosso
La violenza e le aggressioni negli ospedali e nei pronto soccorso a Roma rappresentano una vera emergenza, tanto che nei mesi scorsi c’è stato anche un vertice tra l’assessorato alla Salute della Regione, la Prefettura e la Questura. I dati parlano chiaro: cento aggressioni all’anno, una ogni tre-quattro giorni. Nel Lazio è anche stato istituito un Osservatorio sulla sicurezza degli operatori sanitari. Spiegano in Regione: «Negli ultimi 5 anni sono state 553 le segnalazioni pervenute con una lieve prevalenza delle aggressioni verbali nei confronti delle donne. La maggior parte (il 23%) avvengono nei Pronto Soccorso, o durante il trasporto di emergenza (21%), nei Reparti Psichiatrici (17%) o nei Reparti di Area medica (11%). Nel 65% dei casi l’aggressore è un paziente, mentre nel 17,5 si tratta di un visitatore/paziente solamente nel 3,3% dei casi l’aggressore è esterno alla struttura sanitaria».
Se a livello nazionale si lavora su una normativa che riconosca l’aggravante di aggressione a pubblico ufficiale per chi colpisce un medico o un infermiere, su Roma si punta a maggiori controlli e passaggi delle forze dell’ordine e su una rete di videosorveglianza collegata alla questura. Si parla anche di telecamere nelle ambulanze. «Il tema della sicurezza degli operatori negli ospedali - dice l’assessore Alessio D’Amato - deve diventare una priorità».
Intanto il 37enne dopo aver aggredito gli infermieri è riuscito a scappare, si è rifugiato in un locale dell’ospedale adibito a mensa, ha preso un coltello da 25 centimetri e con quello ha minacciato il personale presente. A calmarlo i carabinieri del radiomobile che lo hanno portato in caserma dove è stato denunciato a piede libero per minaccia, violenza e lesioni a incaricato di pubblico servizio.
«Sento le voci», salta dal sesto piano ma resta impigliato tra i fili del bucato. Poi aggredisce due infermieri
di Mauro Evangelisti
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Domenica 19 Gennaio 2020, 11:57 - Ultimo aggiornamento: 14:16
Per fortuna le condizioni degli infermieri colpiti non sono preoccupanti, hanno riportato solo alcune contusioni. Ma per gli ospedali romani questo caso dell’ospedale San Giovanni rappresenta un altro campanello d’allarme.
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