Roma ostaggio della protesta dei taxi, terrore tra i turisti: «Questo è un incubo»

I negozianti del Tridente: "Stranieri spaventati, giornata di lavoro sprecata"

Roma ostaggio della protesta dei taxi, terrore tra i turisti: «Questo è un incubo»
di Emiliano Bernardini e Giampiero Valenza
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Giovedì 14 Luglio 2022, 06:33 - Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 10:43

Transenne, blindati delle forze dell'ordine, fumogeni, cori e petardi. Tre giorni da incubo per i negozianti del Centro storico, prigionieri della protesta dei tassisti che ha completamente paralizzato le vie dello shopping capitolino. E per giunta nel pieno periodo dei saldi. Girando per le varie strade era visibile lo sgomento di turisti e semplici cittadini che si sono ritrovati completamente bloccati. Sguardi stralunati e spesso arrabbiati. «Ma come usciamo da qui?» le continue richieste agli agenti presenti in strada. Hanno storto il naso anche diversi commercianti, assistendo inerti agli ingressi nei negozi che si dimezzavano a causa della situazione: «Molti hanno preferito passare alla larga o addirittura sono stati costretti a rinunciare perché per entrare in questa zona avrebbero dovuto fare un giro infinito», si sfoga uno dei negozianti.

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«Capisco le proteste ma questo non può e non deve comportare disagi alle altre categorie». «La gente qui entrava, piangeva dalla paura, li ho fatti rifugiare nel negozio.

Tre ragazzine sono entrate con un attacco di panico. Tutti si sono messi paura, non è stata una semplice manifestazione. Molti hanno chiuso, noi siamo un po' kamikaze e siamo rimasti aperti», ha raccontato Ester commessa del negozio d'abbigliamento Barone. Tracy, del negozio di caramelle Candyness: «Nella mattinata abbiamo fatto solo cinquanta euro: sono entrati un turista e due italiani. Le persone hanno paura e preferiscono non passare. Una soluzione va trovata: siamo preoccupati per noi ma solidali con i tassisti». Matteo Baldazzi da qualche mese ha aperto in via del Corso un negozio di abbigliamento, Teen spirit: «Deleteria è stata la scelta di mettere le barricate qui dietro, facendo pagare a tutti noi le richieste del governo. È una giornata di lavoro persa».

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LA NOTA
Una situazione che ha spinto Gianni Battistoni, presidente dell'associazione via Condotti a formalizzare la protesta «Il Tridente ovviamente è l'area più appetibile per tutti coloro che desiderano dare il massimo risalto alle loro iniziative. Dopo la prestigiosa sfilata di Valentino, che seppure a sua insaputa, ha provocato disagi e, dopo aver concesso in altra occasione la realizzazione di un set cinematografico, crediamo sia venuto il momento di dire basta apponendo un diniego ad altre richieste che prevedano la totale chiusura della zona e l'interdizione al traffico pedonale. Anche la vicina piazza del popolo che il Sindaco aveva garantito dovesse essere utilizzato con parsimonia, passa da una manifestazione all'altra. Iniziative future sono benvenute purché non stravolgano lo svolgimento delle varie attività e la vita dei residenti» si legge in una mail. Mail alla quale i negozianti hanno risposto puntualizzando: «Se parliamo di manifestazioni politiche varie siamo assolutamente allineati. Se invece parliamo di cose come la sfilata o i film sono meno d'accordo» scrivono da Montblanc. Sulla stessa linea è Max Mara: «Le manifestazioni di carattere politico sono totalmente disincentivanti e vanno sicuramente delocalizzate dal cuore dello shopping; le sfilate (tra l'altro con lo spessore di quella di Valentino) sono momenti di grande attrattività, curiosità e portano sicuramente lustro e glamour in una città che ne ha seriamente bisogno».

 

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