Tavolini, l’ira del Comune di Roma: il Municipio tollera gli abusi. Caos dai Parioli a Porta Pia

Delle 2mila piattaforme montate durante il Covid nessuna è stata tolta. Rabbia dei residenti nei post sui social: «C’è chi ha spostato i secchioni»

Tavolini, l ira del Comune: il Municipio tollera gli abusi. Caos dai Parioli a Porta Pia
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 6 Aprile 2022, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 14:58

Duemila domande per le piattaforme durante il Covid e, ora che è finita la pandemia, nessuna pedana smontata. Nel mirino del Campidoglio è finito il II Municipio, perché non ha ancora iniziato le operazioni per eliminare i dehor non autorizzati. Anzi, qualche settimana fa, è montata una polemica, partita dai residenti sui social, perché in via Ancona un locale - al quale era stata già respinta la richiesta per una piattaforma - ha montato tavolini e un gazebo, spostando i bidoni della spazzatura. Proprio mentre il Comune lavora per trovare soluzioni in vista dell’ultima proroga al 30 giugno concessa dal governo.
Durante il Covid il II Municipio si è visto presentare circa 2mila richiesta da bar e ristoranti per ampliare i posti all’aperto. Anche perché ospita alcune delle principali zone della movida della Capitale: San Lorenzo e i dintorni di piazza Bologna, su tutti. Dal Campidoglio spiegano che a differenza di quanto sta avvenendo in I Municipio (già una trentina le piattaforme smantellate) nel territorio guidato da Francesca Del Bello non sono partite le rimozioni. La presidente è stata sempre stata in prima linea contro la malamovida (è stata lei insieme alla collega Lorenza Bonaccorsi l’artefice dell’ordinanza per anticipare la chiusura dei minimarket e la vendita di alcool nel weekend) e da Palazzo Senatorio spiegano che questi ritardi sono legati a motivi burocratici: in primo luogo alla mancanza di personale. Infatti l’ex circoscrizione è indietro anche su bando per affidare a una ditta la rimozione delle piattaforme non autorizzate.

Le sanzioni

Finora dal II Municipio è sempre stata ribadita fermezza contro gli abusi da parte del settore dell’intrattenimento. Quando si seppe del dehor di via Ancona, l’assessore al Commercio, Valentina Caracciolo, non soltanto si affrettò a spiegate che «questa roba qui non l’ha autorizzata nessuno, anzi hanno avuto il diniego già a inizio anno», ma aggiunse che era stato dato mandato ai vigili di sanzionare i titolari del locale. Passaggio già effettuato, così ma avanti il monitoraggio e il censimento della polizia municipale sulle postazioni autorizzate o non. Ma sul fronte dello smantellamento - che scatta quando i gestori si rifiutano di smontare le pedane - non si è ancora mosso nulla. Cosa che ha scatenato le ire del Campidoglio, che ha chiesto al Municipio di accelerare l’iter.
A Roma, durante la pandemia, i gestori di bar e ristoranti hanno chiesto l’autorizzazione di circa 12mila pedane, 5mila soltanto tra il I e il II Municipio. Le maggiori criticità si registrano in Centro - soprattutto nell’area del Pantheon - a Monti, a Trastevere, a Testaccio, a Prati, a San Lorenzo, intorno a piazza Bologna, ai Parioli, nel quadrante di Porta Pia, a piazza Bologna e a Ponte Milvio.

Della 12mila richieste circa un decimo non ha i requisiti per essere ammesse. Ma in tutta la città sono state montate almeno un migliaio tra piattaforme e dehor completamente abusive, per lo più installate da pizzetterie, salumerie e gelaterie. 

Anche in relazione alle nuove recrudescenze del Covid e per venire incontro alla crisi dell’industria della somministrazione, l’orientamento del Comune è quello di prorogare la situazione fino a fine anno. Serve più tempo per smantellare tutti gli irregolari (è stata introdotta anche una procedura più celere per le autorizzazioni), calcolare il dovuto per il pagamento delle imposte delle occupazioni di suolo pubblico e per lavorare con Soprintendenza statale e Sovrintendenza capitolina sul nuovo catalogo degli arredi, partendo dagli attuali vincoli di natura paesaggistica. E in quest’ottica il Comune avrebbe chiesto anche un intervento normativo al governo per prolungare la possibilità di tenere le Osp straordinarie. A breve poi si riunirà anche un tavolo, chiesto dall’Assemblea capitolina con un’apposita mozione, per mettere le basi per la proroga insieme ai Municipi e le associazioni di categoria. Ma al momento, senza una misura dell’esecutivo, il Campidoglio non può andare oltre a una regolamentazione fuori dall’area Unesco e la trasformazione di alcuni stalli di parcheggio in aree per ospitare i tavolini. Ipotesi quest’ultima, che non piace né ai comitati dei residenti né a un pezzo della giunta.

 

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