Tari, così il Comune di Roma stanerà gli evasori: accordo con Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza per recuperare 230 milioni

Accordo tra Campidoglio, Finanza e Agenzia delle Entrate per individuare chi non ha pagato le imposte sui rifiuti

Tari, così il Comune di Roma stanerà gli evasori: accordo con Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza per recuperare 230 milioni
di Francesco Pacifico
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Sabato 26 Febbraio 2022, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 18:09

L'ex pm di Mani Pulite, Francesco Greco, ammette con un pizzico di ritrosia: «Sì, l'ho suggerita io questa strada al sindaco Gualtieri. Anche perché questo strumento, previsto da una legge del 2005, permette ai Comuni di recuperare un sacco di soldi». Sul fronte del contrasto all'evasione, ieri è stato firmato in Campidoglio un protocollo tra Roma Capitale, l'Agenzia delle entrate e la guardia di finanza per scovare chi non paga le tasse dei rifiuti e chi continua a ottenere servizi pur non avendone diritto. In caso di successo nell'accertamento, le risorse vanno alle casse capitoline. Il tema a Roma è molto sentito, perché come ha spiegato il sindaco Roberto, il sommerso totale (tra tasse locali o nazionali, multe e contributi non versati) «vale, stando alle proiezioni, 9 miliardi di euro». Mentre l'assessore capitolino al Bilancio, Silvia Scozzese, ha aggiunto che soltanto di Tari il Comune «non riesce a incassare 230 milioni». Quasi un terzo del gettito.


L'alleanza tra Comune, fisco e finanza è il primo passo di una strategia più ampia con la quale Gualtieri intende riorganizzare le operazioni di accertamento e riscossione. In quest'ottica Aequa Roma - che sarà potenziata - inizierà a fatturare le bollette della Tari. Attività oggi gestita da Ama, che ha sempre respinto ipotesi di questo genere, paventando di non riuscire più a ricostruire i veri bisogni dei territori. L'obiettivo del protocollo è duplice: da un lato, enti locali e centrali incrociano le loro banche dati su tributi, servizi ricevuti o patrimoni denunciati per scovare chi paga meno tasse e tariffe del dovuto. Infatti si mettono in relazione informazioni provenienti da ambiti diversi: gli obblighi per commercianti e professionisti, gli oneri di natura urbanistica, i sussidi ricevuti, le proprietà immobiliari, le residenze fittizie all'estero, la disponibilità di beni indicativi rispetto alla capacità contributiva dei singoli fino ai servizi essenziali erogati come il ritiro della spazzatura.

Dall'altro lato, come prevede la legge 248 del 2005, le maggiori somme recuperate grazie a questo scambio di informazioni, sono destinate alle casse di Roma Capitale.


Stando al protocollo, Roma Capitale invierà all'Agenzia delle entrate segnalazioni qualificate, che evidenziano comportamenti evasivi e/o elusivi. La direzione regionale dell'ente decide se aprire o meno un accertamento, chiedendo al Comune ulteriori dati su tributi locali, benefici, esenzioni e agevolazioni. A sua volta la guardia di finanza, soprattutto con il reparto operativo aeronavale di Civitavecchia, garantirà le operazioni di natura ispettiva, comprese quelle per ricostruire patrimoni immobiliari, scovare fabbricati non ancora registrati oppure residenze fittizie all'estero.


LA FIRMA
Ieri in Campidoglio, a firmare il protocollo con Gualtieri, c'erano il presidente dell'Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, il comandante della guardia di finanza del Lazio, il generale Virgilio Pomponi, e l'ex procuratore capo di Milano Greco, da poco consulente del sindaco per la legalità. «Contrastare l'evasione fiscale - ha spiegato Gualtieri - ci consente di recuperare risorse per consentire ai tanti cittadini onesti di avere servizi più adeguati alle loro esigenze». Ruffini ha sottolineato che «le somme recuperate saranno assegnate a Roma Capitale, che potrà dunque impiegarle a vantaggio della collettività». Concetto ribadito anche dal generale Pomponi: «L'evasione sottrae spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli».
 

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