Referti non registrati e pazienti positivi al Covid che sfuggono all’isolamento. Un cortocircuito tra farmacie, che eseguono i test, e medici di base, che devono procedere con l’entrata e l’uscita dalla malattia. In mezzo però ci sono loro: i furbetti del tampone che infilandosi tra le maglie delle regole sanitarie, evitano isolamento e quarantena. L’attenzione è altissima e la spia rossa si è accesa già da alcuni giorni negli studi medici. «Si tratta di pazienti che inizialmente non hanno sintomi e poi manifestano i chiari segni del Covid. Solo approfondendo con alcuni di loro, sono riuscito a capire cosa stava accadendo» spiega Fabio Valente, vice segretario della Fimmg.
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Un braciere che rischia di riaccendere la fiamma della polemica dei camici bianchi che a più riprese si sono lamentati del sistema di registrazione che funziona a singhiozzo e la troppa burocrazia.
LA REPLICA
Una falla nella procedura. Ma non secondo Federfarma: «Tutto quello che viene eseguito in termini di esami e test, deve essere registrato. Abbiamo ribadito a tutti i titolari delle strutture sanitarie l’importanza di attenersi a quanto previsto in termini di legge e regole sanitarie» replica Claudia Passalacqua, presidente Assifar, società di servizi di Federfarma. Dal 20 gennaio nelle 1.612 farmacie del Lazio sono in corso accertamenti e verifiche del Nas, i Nuclei antisofisticazione e sanità. I militari stanno eseguendo test a campione sulle procedure, sui test e sui lotti acquistati per gli esami anti Covid: «Ci stiamo attenendo alle regole - sottolinea Passalacqua - gli accertamenti in corso verificheranno anche le procedure che sono in corso».