Coronavirus Lazio, i tamponi dal medico di base. «Le diagnosi saranno più veloci»

Roma, tamponi dal medico di base. «Le diagnosi saranno più veloci»
di Francesco Pacifico
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Sabato 15 Agosto 2020, 00:33

I tamponi, da settembre, si faranno anche negli studi dei medici di base. Per ridurre il peso - cioè l’attività - che in questi mesi è gravato sugli ospedali. Per velocizzare le diagnosi e provare a limitare l’incidenza del virus in un autunno dove - accanto all’influenza di stagione - in molti temono arrivi una nuova ondata di Covid. Per importare il modello tedesco di medicina territoriale. Regione Lazio e l’associazione dei medici di famiglia stanno per firmare un protocollo - la sigla è attesa prima della fine dell’estate -, con l’obiettivo di avviare una sperimentazione in 100 studi del Lazio, sui 500 totali. 

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LE PRESTAZIONI
Rispetto a quanto è avvenuto nei mesi scorsi, i sanitari di primo livello sono pronti ad offrire nuovi servizi. In passato, infatti, il medico di base poteva soltanto effettuare un’anamnesi da remoto e fare da collegamento tra il paziente e la Asl per prenotare un test al drive-in o il trasferimento in ospedale. 
Da settembre, agli assistiti che si presenteranno dal medico per un controllo e mostreranno sintomi da Covid, i sanitari potranno fare subito il sierologico per scoprire gli anticorpi e, soprattutto, il tampone molecolare rapido che dà un primo risultato (non definitivo) in quindici minuti. 

Quindi, una volta avuto l’esito dell’esame e avvertita la Asl di zona, potranno avviare tutta la macchina per la messa in isolamento e la presa in carico da parte del servizio sanitario nazionale. Il tutto, come detto, in poco tempo. Ma sempre in queste strutture, e sul fronte della diagnostica, si potranno effettuare con una sonda ecografie polmonari per scoprire se un paziente soffre di polmoniti o altre patologie respiratorie che, unite al Covid, potrebbero essere letali.

IL PROTOCOLLO
Nei prossimi giorni, come detto, la Regione e la Fimmg (Federazione dei medici di medicina generali del Lazio) chiuderanno un protocollo, nel quale inserire anche le prescrizioni minime di sicurezza per evitare assembramenti e il prezzo di questi servizi. Per tamponi e sierologici si dovrebbe pagare soltanto il costo del prodotto. 
Spiega il leader dei medici di famiglia, Pierluigi Bartoletti: «È una svolta epocale per le cure garantite al cittadino e per il sistema sanitario regionale, non fosse altro perché il prossimo futuro potrebbe essere non così roseo. In parole semplici, effettuando noi tamponi rapidi e sierologici evitiamo che il paziente giri a destra e a manca prima di ricevere una diagnosi, riducendo anche i tempi. Cosa decisiva in periodi di guerra come questo, dove non possiamo permetterci le file ai pronto soccorso. Senza contare che, con l’arrivo dell’influenza autunnale, potremmo più facilmente e velocemente avere la diagnosi differenziale: cioè se è Covid o semplice influenza».

IN PRIMA LINEA
I medici di base saranno in prima linea anche sulle vaccinazioni obbligatorie, che la Regione vuole fare ad anziani e malati cronici. In quest’ottica i loro studi saranno aperti anche di sabato, di domenica e nelle giornate di feste comandate. 
Intanto è partita la macchina per fare i tamponi molecolari ai turisti provenienti da Croazia, Spagna, Malta e Grecia, come prevede l’ordinanza del ministero della Sanità. Giovedì sono stati rafforzati i 15 drive-in presenti nel Lazio, sei dei quali nella Capitale. Ma da lunedì altri due drive-in dovrebbero essere aperti davanti all’aeroporto di Fiumicino e a quello di Ciampino. Al riguardo l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, fa sapere: «Chiedo la collaborazione dei cittadini. È uno sforzo straordinario dei nostri operatori per garantire la sicurezza. Stanno lavorando instancabilmente anche con 40 gradi, se c’è anche una attesa da fare chiedo comprensione».
 

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