Covid Roma, tamponi dai medici: dall’Eur a Primavalle via in 310 ambulatori. Arrivati i primi kit per i test rapidi

Covid, Roma: tamponi dai medici. Dall’Eur a Primavalle via in 310 ambulatori, arrivati i primi kit per i test rapidi
di Flaminia Savelli
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Mercoledì 4 Novembre 2020, 00:56

I primi 20 kit per i tamponi rapidi sono stati consegnati ieri all’ospedale Lazzaro Spallanzani. E i medici – su base volontaria – sono pronti ad aprire gli ambulatori privati ai pazienti Covid. La corsa era inizia lo scorso 9 ottobre, quando la curva dei contagi aveva iniziato una veloce impennata e i drive in della Capitale si erano intasati: la prima linea del sistema sanitario ad andare in tilt. Dalla Regione Lazio era dunque partita la chiamata per aprire ai test rapidi anche gli ambulatori dei medici di base. Una soluzione che ha scatenato non poche polemiche tra i mutuati. Molti lamentavano infatti locali non sicuri e spazi ridotti negli ambulatori. Con il timore di mischiare pazienti positivi con malati di altre patologie. Un fronte del no che aveva trovato l’appoggio anche di alcuni amministratori di condominio. Molti hanno chiesto all’Ordine dei Medici un documento firmato per essere sgravati da responsabilità. Altri hanno imposto la sanificazione degli ingressi. I primi 60 volontari avevano comunque risposto entro la prima settimana dalla pubblicazione del bando. Ieri, in lista se ne contavano 310 su 1.600 totali.

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I pazienti, sospetti positivi al Covid, dalla prossima settimana potranno perciò rivolgersi anche al proprio medico di base per il tampone rapido. I primi 20 kit sono stati consegnati allo Spallanzani ora incaricato di assegnarli ai volontari che hanno già eseguito un corso di formazione per poter eseguire e analizzare i test rapidi. «Abbiamo percorsi alternativi e orari scaglionati» precisa Fabio Valente, vice segretario della Fimmg di Roma. Uno dei volontari: «La mia struttura è pronta per ricevere anche i casi sospetti di Coronavirus. Ho iniziato a ricevere richieste e, per non mischiare i pazienti, li riceverò sabato e domenica». Per allargare il servizio nel quadrante del litorale, è stata inoltrata la scorsa settimana una richiesta al X municipio per lo spazio esterno del cento anziani. «Se la richiesta dovesse aumentare nelle prossime settimane - sottolinea il vice segretario Valente - avremo bisogno di altro spazio sicuro dove poter accogliere le persone e in quella struttura, al momento non utilizzata per le norme anticontagio, gli esami possono essere eseguiti in sicurezza. Ma non ho ricevuto alcuna risposta». Per i mutuati volontari - ma con spazi limitati - la soluzione è stata più complessa: «Il paziente non potrà aspettare nella sala d’attesa, e verrà contatto telefonicamente per il risultato», conclude Valente: «Ognuno si organizzerà al meglio rispetto alla proprio ambulatorio. Alcuni, pur di offrire il servizio, eseguiranno il tampone in strada e il paziente attenderà in auto». Tutte le Asl territoriali saranno comunque coperte dal nuovo servizio. A Roma da via Marco Polo, a piazza Verbano fino a via Monti di Primavalle. Lo stesso per i comuni alle porte della città. A disposizione infatti ci sono i medici volontari di Mentana, Civitavecchia, Ladispoli, Zagarolo e Ariccia. Ancora senza presidio invece il comune di Rieti dove nessun medico ha dato disponibilità. Ma il bando resterà aperto anche nelle prossime settimane.

La nuova procedura per i test rapidi sarà la stessa già eseguita dalle 21 Uscar, le unità mobili attivate dallo scorso agosto. Ora incaricate non solo di eseguire i tamponi. Ma chiamate pure per la gestione a domicilio dei codici verdi: «Per contenere e ridurre il numero degli accessi al pronto soccorso. Gli ospedali sono in grande difficoltà con l’aumento degli accessi e dei malati Covid - sottolinea Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente vicario di Fimmg- con i medici di base possiamo allargare la rete sanitaria. Anche noi abbiamo reclutato altro personale e formato 700 infermieri solo nell’ultimo mese. Il lavoro di medici di base e delle Uscar sarà coordinata. Questa è una fase delicata della pandemia, ognuno deve fare il suo e non possiamo tirarci indietro». Anche la Regione che dovrà, entro questa settimana, redigere il nuovo regolamento del servizio. L’ultimo passaggio burocratico per l’avvio del servizio sanitario volontario. 
flaminia.savelli@ilmessaggero.it

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