Regista «violentò 5 aspiranti attrici», chiesti 10 anni. Finti provini per simulare la scena di uno stupro per un film mai girato

Alcune delle vittime non avevano mai avuto rapporti sessuali. Erano straniere e tre minorenni

Regista «violentò 5 aspiranti attrici», chiesti 10 anni
di Francesca De Martino
4 Minuti di Lettura
Martedì 31 Maggio 2022, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 09:03

Ad alcune aspiranti attrici che si erano presentate per un provino nella sua «Accademia», sull’Aurelia, si sarebbe presentato come un «maestro» del cinema e le avrebbe accolte sul set riempiendole di complimenti sul loro aspetto fisico, a suo dire «perfetto» per sfondare nel mondo dello spettacolo. Ma, per la Procura di Roma, sarebbe stata tutta una farsa per convincerle a inscenare un finto provino e abusare di loro nel seminterrato del suo studio, con la scusa di provare una scena di una fantomatica pellicola in cui dovevano fingere di essere vittime di stupro.

La vittima potrà vendere la casa dello stupro, il Fisco rinuncia ai rimborsi

Giuseppe Flamini avrebbe agito indisturbato dal 2011 al 2017.

Ieri, per questi fatti, il pm Stefano Pizza, ha chiesto una condanna a dieci anni di reclusione per il 73enne romano, conosciuto nell’ambiente cinematografico come il maestro “Pino”.


IL LETTONE NELLO SGABUZZINO
«Per più anni ha abusato di donne maggiorenni e minorenni, in maniera spudorata ha sottolineato ieri il pm nel corso della sua requisitoria inscenando questa farsa del film per violentare anche delle ragazze che non avevano mai avuto rapporti sessuali». L’accusa contesta all’imputato la violenza sessuale ai danni di cinque ragazze, tre all’epoca dei fatti erano minorenni. Solo una delle giovani, assistita dall’avvocato Marta Cigna, si è costituita parte civile nel processo, sostenuta dall’Associazione Differenza Donna. L’imputato avrebbe reclutato le ragazze nel suo studio sull’Aurelia per un «finto» provino cinematografico. Le giovani, tutte aspiranti attrici con il sogno del successo, si sarebbero giocate un ruolo in un film, a dire del 73enne già in produzione. E, in quelle occasioni, si sarebbe presentato loro come un «maestro» del cinema, influente nel mondo dello spettacolo, «decantando» la sua prestigiosa carriera. Ma il seguito di quelle presentazioni, una volta entrate tra le mura dell’«Accademia», sarebbe stato sempre lo stesso. 

IL MODUS OPERANDI
Il «maestro» Flamini, come si faceva chiamare nel suo settore, per i pm avrebbe fatto provare alle ragazze una scena di stupro: «Le faceva scendere in uno sgabuzzino, nel seminterrato del suo studio – ha spiegato il pm Pizza in aula - dove c’era un bel lettone matrimoniale e le invitava a provare sul materasso delle scene in cui dovevano fingere di essere narcotizzate e vittime di stupro. Ma erano delle vere e proprie scene hot. Alcune avevano avuto il coraggio di fermarlo, altre hanno invece dovuto subire le violenze. Ed erano tutte ragazze extracomunitarie e con vite difficili».  Nello specifico, in base a quanto si legge dal capo d’imputazione, in alcuni casi si sarebbe trattato di toccatine e carezze «sulle parti intime sopra gli indumenti» oppure «sul seno, nonché in baci sulle labbra e sul collo». Ma non è tutto, in un’occasione sarebbe andato oltre.


«NEL CINEMA FUNZIONA COSÌ»
Tra il dicembre 2011 e marzo 2012 avrebbe fatto denudare un’aspirante attrice: «Spogliati, sei bellissima. Tra poco girerai un film in cui sarai protagonista assoluta», avrebbe detto Flamini a una delle vittime, mentre si approfittava di lei. Ancora, nel novembre 2017, avrebbe fatto distendere sul materasso un’altra ragazza, mettendosi sopra di lei: «Sei bellissima, hai grandi potenzialità, nel mondo del cinema funziona così», avrebbe detto alla giovane, per tranquillizzarla, continuando a toccarla, anche se cercava di tirarsi fuori da quella situazione. A mettere fine agli abusi era stata la denuncia di alcuni stretti collaboratori di Flamini che ai carabinieri di San Pietro avevano raccontato tutto. Poi l’uomo, nel 2019, era finito agli arresti domiciliari. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA