Roma, tra Dante, Virgilio e l'Eneide, la biblioteca diventa un'opera di street art

Roma, tra Dante, Virgilio e l'Eneide, la biblioteca diventa un'opera di street art
di Laura Larcan
3 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Marzo 2021, 14:34

Virgilio, Enea, il viaggio nel Mediterraneo, la rotta lungo il mito, l'approdo sulla costa laziale, la storia che si fonde con la suggestione letteraria e il trionfo dell'Eneide nella memoria di Dante. Tante suggestioni evocate da una coreografia di colori e forme. Il trionfo di un murale titanico che riveste tutta la Biblioteca comunale Ugo Tognazzi a Pomezia. Diventa visibile "L’antiporta", opera di street art realizzata dall’artista Agostino Iacurci nell'ambito del progetto "Sol Indiges. Arte pubblica a Pomezia tra mito e futuro", promosso dal Comune di Pomezia, e realizzato in collaborazione con la Fondazione Pastificio Cerere sotto la cura di Marcello Smarrelli. Un'operazione nata per incrementare il patrimonio culturale della città attraverso un programma di interventi di Urban Art.

 

"Sol Indiges" è il nome del santuario dedicato al dio Sole progenitore di tutte le cose, sorto nel luogo dello sbarco di Enea alla foce del Numico nelle campagne limitrofe all’attuale Pomezia – dove sorgerà Lavinium – e l'epiteto con cui i romani indicavano il loro eroe fondatore. 

L'ISPIRAZIONE

L’artista si è ispirato al libro VI dell’Eneide in cui si narra l’incontro con la Sibilla Cumana, la veggente che predice ad Enea lo sbarco sul litorale laziale. Il suo antro viene descritto da Virgilio come una caverna con cento porte che si spalancano automaticamente all’unisono nel momento del responso. Le soglie che conducono nell’oltretomba, la misteriosa porta in tufo dell’Heroon di Enea conservata al Museo Archeologico Lavinium, le porte varcate da Virgilio e Dante nella Divina Commedia, sono altrettanti riferimenti derivanti dal confronto con i classici e amplificano la funzione simbolica della biblioteca, che diventa tempio del sapere, oracolo laico della città, luogo privilegiato in cui ottenere risposte alle proprie domande.

IL SIGNIFICATO

Allo spettatore vengono offerte molteplici possibilità d’interpretazione delle immagini caleidoscopiche che si susseguono sulle facciate, una visione in cui reale e immaginario si fondono, creando un cortocircuito temporale tra la pittura murale di epoca romana, evidente nella scelta dei codici espressivi e la pratica del muralismo contemporaneo. «Sol Indiges. Arte pubblica a Pomezia tra mito e futuro – afferma il curatore Marcello Smarrelli – propone una visione inedita della città, recuperando la potenza comunicativa della pittura murale intesa come manifesto, intervenendo sui luoghi che da sempre contribuiscono ad arginare la desertificazione culturale, quali la scuola e la biblioteca, stimolando la curiosità e il pensiero critico, per generare nuove idee». Prossimo evento, in programma il 15 ottobre. il lavoro di ivan (Milano, 1981, vive e lavora a Milano), che porterà l’arte e la poesia di strada nelle due scuole della città coinvolte, con Chiamata alle arti - Fare scuola

© RIPRODUZIONE RISERVATA