La strage dei bambini nello scuolabus fa piangere Artena dopo trent'anni: «Sono ancora con noi»

La commemorazione con il vescovo, a destra, e il sindaco di Artena
di Luigi Biagi
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Domenica 19 Dicembre 2021, 10:17

Per tanti abitanti di Artena il 18 dicembre 1991 non è mai passato. Nella cittadina a quaranta chilometri da Roma, quello è ancora oggi il giorno più nero del Secondo Dopoguerra. Quattro bambini e l’autista di uno scuolabus comunale morirono travolti da un camion. Altri 35 piccoli a bordo del pulmino furono ricoverati. Una stele nel piazzale della scuola “Serangeli” e un ceppo commemorativo sul luogo dell’incidente ricordano da ieri la mattinata più brutta del paese a sud della capitale. Ad apporli, alla presenza dei famigliari delle vittime e in due diverse cerimonie, sono stati il Comune, l’Istituto scolastico e il comitato di zona “Via Giulianello”. La tragedia accadde verso le 13. L’autista Sergio Talone, 35 anni, e allenatore di calcio nella squadra locale, stava riportando a casa 39 studenti. Un camion che proveniva da Giulianello slittò sul manto stradale, travolgendo il pulmino lungo la provinciale che collega Artena a Cori. L’impatto avvenne in corrispondenza di una curva stretta, nei pressi dell’effige di una madonnina posta a memoria di un episodio della Seconda Guerra Mondiale.
Quattro bambini tra gli 11 e i 13 anni, Cesira Di Cori, Riccardo Luffarelli, Fabrizio Scaccia e Federica Talone, morirono insieme all’autista. Gli altri furono portati negli ospedali di Valmontone, Colleferro, Velletri e addirittura ad Anzio, perché altrove non c’era più posto. Quella curva fu poi allargata di forza dai cittadini disperati, le cui precedenti richieste erano state ignorate dalla Provincia di Roma. Negli occhi di chi accorse sul posto, nell’ora più buia, la memoria è viva. «Fui il primo ad entrare nello scuolabus e vidi una scena straziante», racconta Lillo Pincarelli, che abitava lì vicino. «I bambini ci chiedevano aiuto da dentro terrorizzati – prosegue - e riuscimmo a tirarli fuori tutti, in attesa dei soccorsi». «Era una giornata freddissima – ha ricordato Loris Talone, vice sindaco di Artena - e le ambulanze non riuscivano nemmeno a frenare per quanto la strada era scivolosa. Intorno regnava il caos ma fu talmente forte la voglia di fare qualcosa che arrivò gente da ogni contrada. Dopo trent’anni le persone morte in quel tragico incidente sembrano essere ancora tra noi».
«Episodi del genere non devono e non possono essere dimenticati», ha detto il vescovo della Diocesi di Velletri-Segni, Vincenzo Apicella, che ha benedetto il monumento realizzato dal comitato di zona presieduto da Riccardo Pincarelli.

Poco prima, Claudia Palone, una delle bambine che fu trasportata in ospedale, in un messaggio letto dalla sorella Michela ha invitato l’amministrazione a curare la manutenzione delle strade pubbliche e l’intera città a «coltivare il senso di solidarietà e di comunità che seppe esprimere stringendosi alle famiglie delle vittime”». Nel punto della tragedia, dopo tre decenni, ha ritrovato il suo posto anche la madonnina che quel giorno fu spazzata via dall’impatto tra il rimorchio del camion e lo scuolabus. Una donna accorsa lì, Franca Fiorentini, l’ha conservata per anni e l’ha data nei giorni scorsi al comitato di zona.

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