Un’auto entra nel parcheggio assolato, fa il giro dello spiazzo e, per pochi secondi, si sofferma vicino a un lampione. Giusto il tempo di scaraventare fuori dalla portiera un enorme sacco nero della spazzatura. Una scena che, secondo i racconti dei residenti, si ripete ogni giorno. Il piazzale della fermata ferroviaria Ipogeo degli Ottavi, lungo la Trionfale, è diventato una discarica a cielo aperto. Lungo i lati materassi, rifiuti di vario genere, vestiti e perfino un motorino sono ammucchiati gli uni sugli altri trasmettendo quel senso d’abbandono e d’incuria di cui anche l’erbaccia alta e mai tagliata è l’emblema. Come se non bastasse un furgone dimenticato lì da chissà quanto, una panchina distrutta all’entrata principale, cartelli stradali divelti, scritte indelebili con lo spray raccontano di una stazione lasciata a se stessa, preda di vandali e persone che, negli anni, ne hanno abusato trasformandola in un’area di degrado. Sono atti di vandalismo cui sono ormai tutti abituati.
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«Perché qui – racconta Ennio con gli occhi di chi è ormai disilluso – né il Municipio né tantomeno il Comune si sono fatti mai vedere».
L’ABBANDONO
La stazione, costruita nel 2000 in occasione del Giubileo, vive oggi di contraddizioni come sottolinea Barbara. «Dalla parte della via Trionfale, di spettanza delle Ferrovie, l’area è pulita e il verde curato. Ma dal lato del parcheggio, la cui manutenzione ho scoperto appartenere al Comune, è un totale disastro». Nel piazzale sono in tanti a portare il cane a spasso, ma per loro è sempre un’avventura. «Passeggio qui con la mia cagnolina perché non saprei dove altro andare, non ci sono aree verdi», si lamenta Stefania. Poi indica con il braccio teso alcune montagnole di rifiuti fra cui diversi ingombranti: «Una volta è tornata indietro con un topo morto in bocca e in altre due occasioni si è ferita profondamente alle zampe». Nei weekend, ma soprattutto la sera tardi dopo le ronde dei carabinieri e il ritorno a casa dei pendolari, il piazzale si trasforma in un’arena dove impazzano i motorini che, secondo il racconto di Ennio, «corrono, impennano e gareggiano fra loro».
Anche all’interno va in scena lo stesso degrado. Suona beffardo, non certo minaccioso, il cartello “area video-sorvegliata” affisso su una porta di fronte alle scale mobili. Perché anche qui sono ben visibili i danni e le scritte che nel tempo sono stati fatti alla struttura. «L’unica alternativa che abbiamo – avverte Stefania – è farci noi stessi promotori di un’iniziativa che riqualifichi l’intera area perché, più passano i giorni, più cresce in noi il senso di abbandono». Una raccolta fondi per installare telecamere, ripulire il parcheggio dai rifiuti, cancellare le scritte e ridare nuova vita a una stazione che non è soltanto una fermata del treno o dell’autobus. Per i residenti rappresenterebbe l’unico spiazzo sicuro dove passeggiare o portare a spasso il cane.