Roma, spaccio di eroina nel centro di accoglienza a Castelnuovo di Porto: 4 arresti

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Mercoledì 17 Giugno 2020, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 20 Giugno, 10:59

I carabinieri della stazione di Castelnuovo di Porto hanno arrestato, con la collaborazione dei colleghi della stazione di Monterotondo, 4 cittadini extracomunitari, un 23enne della Guinea, un 25enne del Mali e due cittadini del Gambia, di 22 e 24 anni, ritenuti responsabili di spaccio di eroina in concorso durante la loro permanenza al Centro di accoglienza per i richiedenti asilo (Cara).

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L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Tivoli e condotta dalla stazione Carabinieri di Castelnuovo di Porto nel corso degli ultimi mesi di apertura del Cara, chiuso definitivamente nel mese di gennaio 2019 con decreto del ministero dell’Interno, ha permesso di far emergere gravi indizi di colpevolezza degli arrestati, oltre alla centralità del centro di accoglienza come base di spaccio. Gli spacciatori, infatti, avevano avviato un florido mercato della droga che poteva contare su oltre 200 clienti abituali e che sfruttava proprio lo stesso Cara ed alcuni edifici abbandonati nelle vicinanze, quali basi d’appoggio per la gestione e l’organizzazione degli affari. 

Lo spaccio al dettaglio avveniva nell’arco delle 24 ore, con una vendita media giornaliera di circa 60 dosi di eroina ed un introito quotidiano di 2.000 euro. Per l’acquisto della droga, all’assuntore bastava chiamare un numero di cellulare «dedicato» oppure prendere fisicamente contatto con gli spacciatori, di solito all’esterno dell’ingresso del Centro di accoglienza; questi poi indicavano precisamente al cliente il luogo dello scambio - il sottopassaggio della via Traversa del Grillo, la rotonda di via Tiberina o uno dei vicoli limitrofi al Cara. L’indagine, svolta con il supporto di intercettazioni telefoniche e di appostamenti, ha permesso ai carabinieri di acquisire numerose fonti di prova, consentendo anche di arrestare in flagranza di reato alcuni spacciatori. Gli arrestati sono stati portati nel carcere di Rebibbia, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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