Smart, affari d'oro con le marmitte: la banda di nomadi che ruba i catalizzatori (costruiti con metalli nobili)

In pochi giorni 7 arresti dei carabinieri, gli ultimi a Tor Tre Teste:

Smart, affari d'oro con le marmitte: la banda di nomadi che ruba i catalizzatori (costruiti con metalli nobili)
di Laura Bogliolo
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Venerdì 20 Maggio 2022, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 09:47

Metalli nobili, preziosi. Sono le parole chiave per comprendere il business dei furti di marmitte delle Smart. «Un fenomeno che si sta espandendo sempre di più, l'altra settimana sono venuti da me quattro clienti disperati: ai ladri interessano i materiali all'interno dei catalizzatori, come platino e altri metalli remunerativi». Umberto Gualtieri, meccanico da due generazioni all'Appio Latino, racconta le disavventure degli automobilisti con le Smart cannibalizzate. «Puntano le city car perché la marmitta sta dietro ed è più semplice portarla via, ma derubano anche Suv e Jeep perché sono vetture alte ed è facile infilarsi sotto».

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LE RAZZIE
Le bande dalle mani sporche di grasso agiscono in pochi minuti e strappano letteralmente la marmitta, quella parte che un tempo non aveva mai fatto gola ai ladri.

Ora, invece, c'è un vero e proprio business sul componente: l'obiettivo è estrarre i metalli preziosi, ma anche rivendere al mercato nero il pezzo di ricambio che può arrivare a costare anche a 300 euro.

 

«Materiali sempre più introvabili - spiega un meccanico al Portuense - e proprio ieri è venuto un cliente che per la terza volta ha subito il furto del catalizzatore della sua Smart in via Adolfo Gandiglio. E il danno è enorme». «Nell'ultimo anno sono stati un centinaio i furti nel quadrante» dice Marco Palma, consigliere FdI dell'XII Municipio.

Per le riparazione si va dai 700 ai 1000 euro perché i ladri danneggiano anche il paraurti, i sostegni della marmitta e le sonde, composti elettronici che costano almeno 300 euro. C'è poi chi dice che i catalizzatori facciano gola perché le Smart in futuro saranno sempre più elettriche e quindi diventeranno rari i pezzi di ricambio. Le forze dell'ordine da tempo stanno cercando di stringere il cerchio contro i predoni delle marmitte e negli ultimi giorni i carabinieri hanno arrestato in tre diversi blitz 7 persone. Nell'ultimo intervento i militari della stazione di Tor Tre Teste hanno fermato tre individui di 26, 22 e 16 anni gravemente indiziati del reato di concorso in furto aggravato: sono della Bosnia ed Erzegovina, risiedevano in un campo nomadi di Roma Est e i due maggiorenni hanno precedenti. I militari sono stati allertati da una chiamata al 112 che avvertiva della presenza di un'auto sospetta in via Locorotondo. I tre sono stati sorpresi dai militari della compagnia Casilina diretta dal capitano Raffaele Salustro mentre asportavano gli impianti delle Smart in sosta.

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Quindi sono stati fermati a bordo di un'auto a noleggio. Hanno tentato prima la fuga a piedi, poi hanno opposto resistenza. Nel veicolo i militari hanno trovato e sequestrato sei marmitte, ma anche attrezzature utili a rimuoverle. Gli arresti sono stati convalidati e il minorenne è stato associato presso un centro di prima accoglienza. Nelle ultime ore, poi, due persone sono state denunciate per ricettazione: erano a bordo di un furgone che conteneva cinque marmitte e attrezzi per la rimozione. Due poi i blitz nella notte del 17 maggio. I militari della stazione di viale Libia hanno sorpreso in via Nomentana Nuova due cittadini romeni a bordo di un furgone: avevano appena portato via il catalizzatore a un'auto e nel loro mezzo avevano un'altra marmitta, un seghetto elettrico e una torcia. In via Flaminia Nuova i carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno arrestato un romeno e moldavo sorpresi vicini a un'auto che presentava evidenti segni da taglio all'altezza della marmitta: nello zaino c'erano un cric e un seghetto a batteria.
 

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