Sicurezza, Questura in pressing: «Il Comune ripulisca le favelas»

Sicurezza, Questura in pressing: «Il Comune ripulisca le favelas»
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 19 Dicembre 2019, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 10:20

Il servizio è sospeso da mesi perché non rientra più nel contratto di servizio tra Ama e Campidoglio ma in giro per la città non diminuiscono le urgenze, a partire dalle bonifiche dei piccoli insediamenti fino al ritiro dei rifiuti che, in questi luoghi, vengono prodotti. Coacervi di sporcizia ma anche di insicurezza perché potenziali alveari di illegalità. Ed è per questo che ora sulla pulizia di Roma interviene anche la Questura.

È del 9 dicembre la lettera inviata dal Capo gabinetto alla municipalizzata e per conoscenza all'amministrazione capitolina e alla polizia locale nella quale si chiede un ripristino del servizio. Scrivono da via di San Vitale: «Si fa riferimento ai servizi straordinari di controllo del territorio, svolti dal personale del commissariato Esquilino nella zona di propria competenza (ovvero il centro della Capitale e non la periferia ndr). Al riguardo, si richiede a codesto Ente (Campidoglio per l'appunto) di voler ripristinare il servizio con personale e mezzi Ama, attualmente sospeso, ai fini del buon esito dei servizi, per la rimozione dei resti dei bivacchi notturni e dei materiali abusivamente messi in vendita, in gran parte igienicamente non trattabili». Da Palazzo Senatorio deve ancora pervenire una risposta ma è chiaro che siamo oltre la fase del solo allarme lanciato dai cittadini che, quotidianamente, chiedono interventi impossibili da svolgere con celerità perché a conti fatti rappresentano ad oggi, con l'attuale contratto di servizio, un costo aggiuntivo per l'amministrazione. Ma è non più soltanto un problema di igiene e decoro. Cosa c'è dietro quei cartonati, incastrati a costruire giacigli di fortuna? Cosa lasciano in strada gli occupanti? Cosa si portano dietro? Le domande se le pongono anche le forze dell'ordine. Perché il principio è lapalissiano: laddove permane incuranza e degrado il rischio di un'esacerbazione dell'illegalità è a portata di mano. Quindi, oltre al controllo del territorio, si dovrebbero garantire al territorio stesso delle condizioni di normalità. Ma a questo deve pensarci il Comune. Perché tanti sono gli esempi di cloache, seppur temporanee, che prendono forma dal niente e non solo negli angoli del centro storico. Il meccanismo oggi è un po' questo: anche se si procede con la rimozione di un piccolo insediamento o di un accampamento se a questo non segue un intervento di bonifica da parte dell'Ama anche gli interventi perdono di significato in quanto i rifiuti e tutto quello che viene prodotto viene solamente accantonato e non rimosso.

La questione è piombata anche in Aula Giulio Cesare dove il gruppo di Fratelli d'Italia ha presentato un emendamento al Bilancio di Roma Capitale in discussione in questi giorni, sottolineando la paralisi del servizio a cui nel corso dei mesi sono stati sottratti 300 mila euro necessari a coprire le spese. Nel testo di chiede la reintegrazione immediata del fondo. Perché «la sospensione del servizio sottoscrivono i consiglieri Andrea De Priamo, Rachele Mussolini, Francesco Figliomeni, Giorgia Meloni e Lavinia Mennuni equivale ad una legittimazione, generalizzata, dell'abusivismo e della realizzazione o permanenza di baraccopoli sul territorio comunale».
 
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