Tridente a numero chiuso. Piazze contingentate se non off limits. Ingressi “a soffietto” anche sulle strade dello shopping più gettonate in periferia. Dopo le resse e gli assembramenti di sabato e domenica a via del Corso e la chiusura dell’area di Fontana di Trevi, il Campidoglio prepara una sua strategia in attesa delle decisioni del Governo su scala nazionale e, soprattutto, in prospettiva della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica con il prefetto (che sembra slittare ormai a giovedì). Ieri mattina, e in vista del prossimo week-end, la sindaca Virginia Raggi ha voluto incontrare l’assessore al Commercio Carlo Cafarotti per esaminare se e come calibrare il sistema di chiusure e controlli nelle aree maggiormente interessate dalle compere natalizie. Non solo del Centro storico. Sul piatto c’è la possibilità di allargare il meccanismo dei transennamenti e degli afflussi stop&go sperimentato lungo il Corso anche su ulteriori strade, a partire da via dei Condotti e le altre viuzze commerciali del Tridente, via del Babuino o piazza di Spagna. Ma il contingentamento riguarderà anche via Crescenzio e via Cola di Rienzo a Prati, o via dei Giubbonari a Campo de’ Fiori.
In alcune aree in cui tendono a riversarsi folle di pedoni, poi - per esempio Trevi o ponte Milvio - potrebbero scattare le chiusure tout-court come avviene per piazza Trilussa a Trastevere.
Finora nei week-end per il sistema “Roma” sono stati schierati 1200 tra agenti e operatori a cui spetta il compito sempre più arduo al crescere dei flussi, di evitare assembramenti e di disperdere i gruppi più numerosi. La canalizzazione e i contingentamenti, in questo senso, arriverebbero in aiuto.
La soluzione dei negozianti
È stata prorogata fino al 15 gennaio l’ordinanza che tiene aperta la Ztl anche ai non autorizzati. Ma dal Campidoglio spiegano che, con nuove restrizioni alla circolazione nelle città, potrebbero mancare i presupposti giuridici per mantenere la proroga. Una valutazione tecnica e non politica. Non basta. I commercianti, che temono un ulteriore inasprimento delle restrizioni, lanciano un appello ai potenziali clienti: «Chi sa già dove e cosa vorrà comprare - continua Battistoni - prenoti la visita in negozio». Un metodo già adottato da alcuni esercenti durante i saldi privati e non solo, come spiega Massimiliano De Toma, ex Confcommercio e ora parlamentare 5S: «Prenotare un appuntamento di massima per fare shopping quando si hanno già le idee chiare - dice - può contribuire a distribuire l’afflusso su più momenti della giornata. Un po’ come per andare al ristorante o, questa estate, in spiaggia».
Natale, Italia verso zona arancione e coprifuoco alle 18 (o 20). Ristoranti chiusi, negozi aperti
Intanto tra le opzioni da valutare, la Regione Lazio potrebbe decidere di innescare la retromarcia sulla riapertura nei weekend dei grandi magazzini e dei mercati all’aperto non alimentari, che si sono dimostrati fortissime calamite nell’attirare il popolo dello shopping natalizio. Domenica, per esempio, c’era una lunga fila per entrare alla Rinascente, con clienti a sorseggiare caffè in coda lungo via del Tritone. Ma anche in via Cristoforo Colombo aspettano di capire le intenzioni del governo su possibili restrizioni e non solo nell’ultima decade di dicembre, cioè a Natale e Capodanno. Di fronte a un’impennata dei contagi, la Regione potrebbe anche decidere sue restrizioni. Sul versante dei centri commerciali, invece, è difficile ipotizzare una riapertura nei fine settimana. Anche se c’è chi preme, come David Sermoneta di Federmoda Roma: «È ovvio che dopo una settimana di lavoro, magari in smart working e con i ragazzi in dad, tutti a casa - dice - i romani il sabato e la domenica vogliano uscire. E con i centri commerciali chiusi è venuto a mancare uno sfogo per le periferie che si sono riversate tutte in Centro. Oltretutto gli iperstore sono gli unici a potere davvero contingentare gli ingressi, hanno sistemi di conta persone, telecamere e vigilanza interna, per cui: perché toglierli dal circuito?».