Feste e musica a tutto volume, bar con i vini bio e ristoranti vegan. Dove il conto sarà anche meno salato, ma solo perché osti e organizzatori non pagano tasse o la Siae. Centri sociali che, accanto alla lotta di classe e alle attività non profit, diventano spesso dei locali alla moda: creando non pochi disagi ai residenti e facendo concorrenza sleale a chi per mantenere la licenza di somministrazione versa alte imposte. Come il Forte Prenestino. Ma sono almeno una decina gli “stabili intoccabili”. Vuoi perché luoghi di moda, vuoi per gli appoggi politici, sono realtà che nonostante siano abusive, sotto sfratto o morose sembrano immuni dagli sgomberi. Anzi, non sono neppure tra i 29 siti nella lista delle emergenze appena aggiornata dalla Prefettura di Roma. Anche se, per la cronaca, sono stati inseriti nuovi criteri che potrebbero ribaltare il quadro: vanno liberati in via prioritaria anche gli stabili dove c’è «svolgimento di attività ludiche e commerciali che presuppongono il rilascio di titoli di natura abilitativa come licenze e autorizzazioni» o si verifica «l’effettuazione di riunioni o attività associative per le quali sono richieste specifiche misure di sicurezza».
DELIBERA TRONCA
A Centocelle due volte occupati, nel 1994 e poi nel 2017, sono stati per esempio i locali di un ex scuola in via delle Resede.
Sulla Nomentana il Comitato Sacco Pastore è tornato a chiedere lo sgombero del Bencivenga, occupato una ventina di anni fa da un gruppo di anarchici. Nel 2020 i carabinieri del Ros arrestarono 7 militanti dell’area anarchico insurrezionalista che gravitavano in quella realtà. A Valle Aurelia, all’Ex 51, si tengono anche concerti jazz: qui è stata aperta anche una scuola per stranieri. Al Trullo il Ricomincio dal Faro è una storica meta per gli appassionati dei film in lingua e dei concerti di musica alternativa. Anche se è sotto sfratto dal 2017. Alcune realtà, poi hanno iniziato un percorso per rientrare nella legalità, ma alla fine i patti non sono stati rispettati. È il caso dell’Angelo Mai, che ha rischiato di essere sfrattato nel 2018, salvo poi trovare una mediazione. Come dicono i suoi promotori, l’Angelo Mai «vive ancora in una situazione burocratico/giudiziaria precaria»: per esempio, stando a quanto fece sapere nel 2019, doveva quasi 850mila euro di affitti non pagati per la sede di Caracalla. Al Tufello invece il Centro sociale Astra19 si è visto arrivare richieste di arretrati per 250mila euro. All’Esc di via dei Volsci il Comune ha chiesto 300mila euro. È sotto sfratto dal 2016 anche il Casa Podere Rosa tra Talenti e San Basilio, dove c’è anche un’osteria a km zero e si organizzano lezioni di yoga e mercatini bio.