Sgomberi, M5S e Pd alleati per rallentare il piano dei 7 anni

Sgomberi a Roma
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 24 Luglio 2019, 07:11 - Ultimo aggiornamento: 12:12

«La mozione sugli sgomberi dei 5 Stelle? Stiamo valutando se votarla», confida Giulio Pelonzi, capogruppo del Pd in Assemblea Capitolina. «Di quel testo condividiamo sicuramente le premesse, anche se la soluzione finale è un po' fiacca, vediamo...», è la chiosa che apre alla possibile, clamorosa alleanza demo-stellata sugli scranni dell'Aula Giulio Cesare. Prove d'intesa in Campidoglio tra Pd e grillini, magari sulla scia di quella «condivisione di valori» di cui ha parlato Dario Franceschini? Si vedrà a brevissimo, già domani.

A dirla tutta l'atto sugli sgomberi presentato dal gruppo del M5S si sarebbe dovuto discutere già ieri, ma la Lega e Fratelli d'Italia hanno messo un veto sulla procedura. Risultato: tutto rinviato alla seduta successiva, tra 24 ore, per l'appunto. La mozione dei grillini chiede di demandare la gestione degli sgomberi a un nuovo «tavolo interistituzionale tra Roma Capitale, Città metropolitana, Regione Lazio e governo». Un organismo in più per decidere, insomma, mentre il Viminale ha chiesto un cambio di passo, con tempi certi e una black-list degli interventi, peraltro già spalmati nel tempo biblico di sette anni. Per Raggi solo con questo nuovo tavolo invece si potrebbe «iniziare a pianificare tutta la situazione, che a Roma è straordinaria, oserei dire unica, per i numeri. Quindi deve essere gestita in maniera diversa rispetto alle altre città».

LE TRAME
La Lega ovviamente già grida alla possibile «alleanza» 5Stelle-Pd. «La volontà è chiara: rallentare gli sgomberi - attacca il capogruppo del Carroccio in Campidoglio, Maurizio Politi - Il piano della Prefettura, su indicazione del Viminale, è già articolato; soprattutto è spalmato su più anni proprio per lasciare il tempo all'amministrazione di organizzarsi. Invece si vuole annacquare tutto, con la gioia, c'è da immaginare, di chi ha gestito per anni il racket delle occupazioni». Come dire, annacquare l'annacquabile.

Al di là del «tavolo» che rischia di rallentare ulteriormente gli sgomberi, l'atto dei 5 Stelle mette in fila una serie di considerazioni in chiave anti-Salvini. Parole «condivise» dal Pd. Per esempio si scrive che occorre sempre «dare assistenza alle famiglie» sgomberate e «alle «persone vulnerabili mediante una risposta adeguata e guidarle su un percorso di autonomia». Si prende a modello «la fuoriuscita volontaria delle persone dall'immobile», come è avvenuto a via Carlo Felice (con il vecchio prefetto). Il M5S considera questa la soluzione «ottimale per risolvere le situazioni di occupazione, senza l'impiego delle forze di pubblica sicurezza». Insomma, senza agenti sul posto. Tesi che il Pd è pronto a sposare. Nel filone che punta a smantellare il piano già lento di suo, c'è anche una mozione sul tema firmata dai dem, che di fatto punta a sterilizzare il timing deciso dal Ministero dell'Interno. Si parla di «tempistica ristretta» e di coperture finanziare tutte da trovare, se si vuole dare assistenza agli sgomberati, soldi extra in sostanza che dovrebbe tirar fuori lo Stato o la Regione.

In attesa del voto di domani, anche Fratelli d'Italia protesta. Col rinvio di ieri, dice il capogruppo Andrea De Priamo, «per ora abbiamo sventato un blitz di grillini e Pd con due documenti fotocopia che di fatto vogliono limitare il lavoro del Prefetto per la legalità».

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