Frenata sugli sgomberi a Roma, ma il prefetto avverte: maxi-danni per lo Stato

Frenata sugli sgomberi a Roma, ma il prefetto avverte: maxi-danni per lo Stato
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 30 Agosto 2019, 08:55
Solo per il palazzo di via del Caravaggio, zona Tor Marancia, lo Stato sta pagando ogni mese 260mila euro di risarcimento perché lo sgombero ritarda. E la Prefettura si ritrova con 23 milioni di euro pignorati sul conto corrente. Eppure lo sfratto degli occupanti illegali, incredibilmente, slitta ancora. Anche se era previsto entro settembre. Invece la data dell'intervento, attesa per ieri, non c'è, nonostante l'allerta della Prefettura sul danno che stanno subendo i conti pubblici e quindi tutti i contribuenti. Il Comitato provinciale per la sicurezza convocato ieri a Palazzo Valentini, il primo dopo la crisi di governo che mette Salvini sull'uscio del Viminale, vede brindare la Regione a trazione dem, che assieme al Campidoglio grillino ha chiesto di affossare tutti gli sgomberi in programma, già spalmati nel tempo biblico di 7 anni.

CONTO DA 50 MILIONI
Il primo in lista è proprio via del Caravaggio, 270 inquilini illegali, la più grande occupazione di Roma. Comune e Pisana, inaugurando questo inedito asse roso-giallo, non ne vogliono sapere di procedere con lo sgombero senza «alternative» per gli sfrattati; la giunta di Virginia Raggi ha addirittura offerto un bonus da 516 euro al mese agli occupanti e si parla di concedere anche alcuni appartamenti confiscati alla criminalità, come svelato ieri dal Messaggero. Ma queste «alternative» agli abusivi non vanno bene, non a tutti almeno. Risultato: si traccheggia. Anche se, come ha ricordato una nota stilata ieri dalla Prefettura insieme al Comune, c'è una sentenza del Tribunale che condanna il Ministero dell'Interno «a un risarcimento mensile di oltre 260.000 euro» e sono stati pignorati fondi statali «per 23 milioni». Per un altro immobile, il terzo del piano dei 7 anni, l'ex fabbrica Fiorucci in via Prenestina, c'è una sentenza da 28 milioni, che per ora non è stata resa esecutiva. Ma solo sommando queste due voci, di fatto, si arriva al potenziale esborso record di 50 milioni di euro.

L'AVVOCATURA IN CAMPO
Il danno è massiccio e il conto s'ingrossa ogni giorno che passa. La Prefettura lo sa, tanto che ieri ha ricordato che terrà aggiornate «costantemente» sia «l'Autorità giudiziaria che l'Avvocatura dello Stato», l'obiettivo è proprio «la tutela erariale del Ministero dell'Interno». Messaggio che non ha bisogno di sottotitoli: chi forza per rallentare gli sgomberi, poi dovrà risponderne, senza che ci vada di mezzo l'ente che rappresenta il governo.
La prefetta Gerarda Pantalone ha deciso di allestire una «cabina di regia» a tre, con Prefettura, Campidoglio e Regione, per fare il punto ogni settimana sulle «soluzioni alloggiative» per gli occupanti. Di modo che ogni ulteriore rimando sia messo a verbale.

PIANO AL RALLENTATORE
Nonostante il contatore dei danni scorra, la Regione esulta per la frenata. L'assessore alle Politiche abitative, Massimiliano Valeriani, ha dichiarato che «non c'è più all'ordine del giorno questa frenesia di procedere» e che  «l'interlocuzione col nuovo governo sarà molto importante». Insomma, con un esecutivo rosso-giallo, la frenata momentanea potrebbe tradursi in blocco vero e proprio del piano partorito a inizio estate dal Comitato per l'ordine pubblico, piano lumaca, peraltro, dato che lo sgombero di 25 palazzi finirebbe solo nel 2025.
Al nuovo governo guarda pure Raggi: ieri il Campidoglio ha ricordato che la sindaca da luglio chiede l'istituzione di un nuovo organismo, l'ennesimo «Tavolo interistituzionale» con dentro tutti, dal Viminale all'ex Provincia, pur di rimandare le decisioni.
«L'inciucio rosso-giallo già si vede a Roma», attacca Andrea De Priamo, capogruppo di Fdi in Campidoglio. «Gli sgomberi degli immobili occupati non devono avere colore politico: sono in ballo il principio di legalità e la tutela del diritto alla proprietà», sostiene la deputata di Forza Italia, Annagrazia Calabria.
 
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