Roma, pronta la nuova lista degli sgomberi: «Sei edifici da liberare nel 2019»

Roma, pronta la nuova lista degli sgomberi: «Sei edifici da liberare nel 2019»
di Camilla Mozzetti
4 Minuti di Lettura
Domenica 3 Marzo 2019, 11:10

Dall’inizio del nuovo anno è stato via Carlo Felice ad aprire la strada: sgomberato l’edificio al civico 69, lo scorso 18 febbraio, di proprietà della Banca d’Italia è arrivato il momento di procedere con altri interventi. Ma stavolta nella lista dei palazzi – pubblici e privati – da liberare la priorità non sarà data ai quegli immobili a rischio crollo con problemi, dunque, di staticità. O meglio, non sarà questo l’unico requisito. Perché da salvaguardare ci sono anche gli interessi dello Stato che ogni mese paga cifre iperboliche per quelle realtà su ci pendono provvedimenti dell’autorità giudiziaria e in particolar modo sequestri preventivi. I conti sono salatissimi anche perché nella Capitale più di un immobile occupato è gravato dal provvedimento da molti anni.

CasaPound, Mef scrive alla Raggi: «Sgomberate l'immobile». Ma per la Prefettura non è una priorità

Casamonica sgomberati da una casa popolare a Ciampino

Da qui il cambio di passo e, di conseguenza, la rimodulazione delle priorità su cui intervenire. I palazzi da liberare si conoscono da anni, ma a partire dalla prossima primavera ci saranno almeno due interventi da compiere entro l’estate con l’obiettivo di arrivare complessivamente a fine 2019 al recupero di sei immobili. La scorsa settimana – come confermano dalla Regione – si è svolto un tavolo interistituzionale tra Prefettura, Comune ed ente regionale. Una prima lista, seguendo proprio il criterio dei palazzi gravati dai sequestri preventivi, è già disponibile e da qui si riparte dopo Carlo Felice. Chiaramente il criterio della staticità non è stato escluso ma diventa secondario. Inalterate, invece, le altre procedure, come i censimenti da affidare ai Municipi per riuscire a compiere – proprio sulla scia dell’immobile della Banca d’Italia – un recupero assistito con la presa in carico dei minori e delle fragilità.
 
Entrando nel dettaglio, per la fine di aprile si dovrebbe riuscire a liberare l’immobile di via Cardinal Domenico Capranica, un’ex scuola occupata nel 2001 liberata undici anni più tardi e poi rioccupata nuovamente. All’interno ci vivono circa 130 persone e nel corso degli anni le autorità hanno anche compiuto degli arresti per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. A seguire, entro la fine dell’estate, si punta a recuperare l’edificio privato in viale del Caravaggio. Difficile stabilire quanti siano i reali occupanti, le stime provvisorie parlano di 300, forse 400, persone e per il momento l’VIII Municipio ha censito 60 nuclei familiari ma le verifiche sono ancora in corso. In questo caso il sequestro preventivo che grava sull’immobile risale al 2014. Seguendo il meccanismo si procederà poi con l’ex scuola 8 marzo di via dell’Impruneta a Magliana (XI Municipio) dove vivono da anni circa 250 persone. L’edificio, che avrebbe dovuto ospitare un incubatore di imprese giovanili, è stato occupato a giugno del 2007. Da allora nessuno è riuscito a intervenire mentre il tempo e gli abusi compiuti dagli occupanti ne hanno minato le fondamenta. È questo un edificio sul quale al sequestro preventivo si affiancano le criticità strutturali e il rischio crollo. 

 Nell’elenco rientra poi anche l’ex clinica Valle Fiorita di via Torrevecchia (XIV Municipio) fallita nel 2011 e occupata poi l’anno seguente proprio perché rimasta vuota (da piano regolatore aveva una destinazione sanitaria). Ci risiedono circa 100 persone ma anche in questo caso il numero non è certo. A chiudere la lista – che nelle prossime settimane sarà oggetto di nuove riunioni – l’ex palazzo Asl di via Antonio Tempesta, in V Municipio dove vivono 120 persone e il palazzo in viale del Policlinico 137 nel quale il II Municipio ha già ultimato il censimento contando 117 occupanti.

Dati per certi i primi due interventi, gli altri potrebbero subire delle modifiche a seconda della disponibilità e delle richieste dei proprietari che potrebbero far anticipare un intervento anche se sull’immobile in questione grava un sequestro preventivo più recente. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA