Roma, scuole, verifiche e lavori fermi: «Una su tre a rischio sisma»

Roma, scuole, verifiche e lavori fermi: «Una su tre a rischio sisma»
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 26 Giugno 2019, 11:44
Il terremoto che domenica scorsa si è nitidamente sentito a Roma – con l’epicentro a Colonna – ha svegliato una vecchia paura che sopiva da un po’: quella relativa alla sicurezza delle scuole di Roma. Dopo la scossa, nell’XI Municipio sono stati chiusi due asili nido – “Irlandesi” e “Aquilone Blu” – mentre è stata interdetta una parte del cortile del nido “Corviale”. Ma qual è davvero lo stato di salute delle oltre 1.400 scuole romane considerato il fatto che oltre l’80% è stato costruito prima degli anni Settanta del secolo scorso? «Una su tre non ha alcuna certificazione antisismica» spiega Mario Rusconi, a capo dell’Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio. Non solo. Assente una puntuale anagrafica del paziente: cartella clinica non pervenuta per usare il gergo medico.

«Da tempo abbiamo chiesto al Campidoglio e all’assessore Gatta – continua Rusconi – un report dettagliato sulle scuole gestite dal Campidoglio che sono le più sensibili giacché contemplano appunto asili nido, scuole di infanzia, elementari e medie». La risposta? «Mai arrivata – conclude il numero uno dell’Anp Roma e Lazio – siamo ancora in attesa». Dopo il terremoto che rase al suolo Amatrice e in seguito allo sciame sismico che per mesi si sentì nitidamente anche a Roma l’assessore ai Lavori Pubblici, Margherita Gatta, annunciò (era il settembre 2017) il piano pluriennale di verifica sulla vulnerabilità sismica delle scuole romane. Una sorta di mappatura generale per fotografare la tenuta dei plessi. Per far questo furono isolati a Bilancio 2 milioni di euro necessari tuttavia a svolgere le ispezioni su una manciata di scuole: in media 4 a Municipio. 
 
Come sta andando il lavoro? Procede con luci ed ombre. Un esempio su tutti, per raccontare i risultati finora raggiunti, è quanto accaduto alla scuola Leopoldo Franchetti di San Saba. «Lo scorso luglio – spiega l’assessore del I Municipio, Giovanni Ficà Talamanca – i tecnici svolsero le analisi e dissero che la scuola doveva essere chiusa. Noi chiedemmo come Municipio, in virtù di una convenzione attiva con il dipartimento di Ingegneria dell’università Roma Tre, un nuovo parere dal quale emerse un problema strutturale solo per una parte della scuola che dunque non fu chiusa ma al contrario fu sistemata grazie ai fondi che avevamo a Bilancio». Emblematico resta, invece, il caso del Liceo Artistico Caravillani di piazza Risorgimento chiuso proprio per gli enormi danni che subì con il terremoto del 2016. Da allora gli studenti sono stati spostati a Monteverde vecchio e per quanto riguarda i lavori di risanamento la strada è tutta in salita. La Città Metropolitana ha chiesto – e ottenuto – i finanziamenti dalla Regione Lazio ma ancora siamo nella fase di progettazione. Ciò significa che ci dovrà poi essere una conferenza di servizi, che i lavori dovranno essere messi a gara, assegnati e svolti. Tempi stimati per riaprire la scuola? Non meno di 4 anni. 
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