Scuole nel Lazio, la beffa delle mascherine Ffp2: «Le paghiamo il triplo»

Due terzi in più, il triplo che le scuole sono costrette a spendere per comprare ogni dispositivo da fornire gratuitamente a studenti e insegnanti

Scuole nel Lazio, la beffa delle mascherine Ffp2: «Le paghiamo il triplo
di Francesco Pacifico
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Venerdì 4 Febbraio 2022, 22:30

Venticinque centesimi di euro contro settantacinque. Due terzi in più, il triplo che le scuole sono costrette a spendere per comprare ogni mascherina Ffp2 da fornire gratuitamente a studenti e insegnanti. I presidi del Lazio sono su tutte le furie perché il ministero ha imposto loro di rifornirsi, ma a un prezzo più alto, dai farmacisti e non sulla piattaforma Consip Mepa per gli acquisti della pubblica amministrazione. Dove si possono strappare condizioni migliori. Anche perché questo aggravio finisce per ridurre le risorse al mondo dell’istruzione, che mai come dall’inizio della pandemia necessità di fondi per potenziare i collegamenti internet, dotarsi di computer e tablet per le lezioni in Dad, senza dimenticare il personale in più per tamponare le tante assenze tra il corpo docente e non contagiato oppure la necessità di trovare nuove aule per garantire il distanziamento. 

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Denuncia Mario Rusconi, presidente dell’associazione dei presidi del Lazio: «Dobbiamo ordinare direttamente le mascherine Ffp2 dai farmacisti, che - pur vendendole a un prezzo calmierato - le mettono a 75 centesimi l’una.

E non possiamo comprarle sul mercato elettronico Mepa, dove si trovano anche a 25 centesimi l’una e non superano mai i 40. Le paghiamo il triplo. E non capiamo il perché di questa discrepanza di costi, che comporta un aggravio per le casse dello Stato». Una beffa, quindi. E non è l’unica: «Ci hanno consegnato una partita di mascherine chirurgiche per i ragazzi: quando abbiamo aperto gli scatoloni ci siamo accorti che sono troppo corte e che hanno il cordino e non l’elastico. Sono inutilizzabili».

Lo scorso 4 gennaio l’ufficio del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, il ministro della Salute, da un lato, le associazioni di categoria Federfarma, Assofarm e Farmacie Unite, dall’altro, hanno firmato un protocollo per commercializzare le mascherine Ffp2 a un massimo di 75 centesimi. Con le parti che si sono anche accordare di abbassare il prezzo in caso di maxi stock. In una circolare di mercoledì scorso, il dicastero dell’Istruzione ha chiarito le nuove norme sulla messa in autosorveglianza degli studenti in contatto con un positivo in classe. E ha spiegato che - quando non ci sono le condizioni per andare in Dad - le scuole devono fornire a studenti e insegnanti le Ffp2 gratuitamente. Ma chi le paga?

 

Sempre il ministero di viale Trastevere ha deliberato per questa voce lo stanziamento di 45 milioni di euro, dei quali - vista la platea studentesca - circa sei destinati agli istituti del Lazio. In teoria i presidi devono soltanto contattare le farmacie che hanno stretto il protocollo per le forniture e attestare l’effettivo bisogno. Poi, a loro volta, i titolari delle farmacie presenteranno il conto finale al governo. Ma, come detto, i direttori scolastici si sono lamentati della modalità: andando a rifornirsi sulla piattaforma Mepa, avrebbero speso solo un terzo. Ma dal ministero hanno spiegato che se vogliono comprare i dispositivi sulla piattaforma della pubblica amministrazione, dovranno usare soldi loro.

I numeri

Come detto il Lazio, entro la fine dell’anno scolastico, potrebbe spendere fino a 6 milioni di euro. Con le nuove norme per l’autosorveglianza a scuola, ci sono ogni giorno anche 40mila studenti sui 700mila di ogni ordine e grado che sono a in classe, ma devono indossare la Ffp2 dopo essere entrati in contatto con un compagno positivo. Sull’altro fronte, quello dei fornitori, i farmacisti respingono le polemiche. Spiega Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma: «Noi non facciamo speculazioni sulle mascherine. Poi faccio notare che se tutto va bene, potremo rendicontare tutta la spesa a marzo. Quindi il governo non ci pagherà prima di aprile».

Sul fronte Covid, intanto nel Lazio, la curva non sembra voler scendere come sta succedendo nel resto d’Italia. Si sarà anche raggiunto il plateau come segnalato dalle autorità sanitarie, ma l’ultimo bollettino dell’unità di crisi ha registrato ieri, a fronte di 107.420 tamponi tra antigenici e molecolari, 11.715 nuovi casi positivi (+103 rispetto al giorno precedente) in tutta la regione. Nella sola Roma sono 4.931. Stabile anche la pressione sugli ospedali: 2.077 i ricoverati (-27), 196 i posti occupati nelle terapie intensive (+4) e 4.605 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è ancora al 10,9 per cento. 

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