Ancora un allarme per le cattedre vuote. Hanno infatti riaperto con corsi regolari scuole elementari e medie. Ma se i giovani alunni sono in presenza, non si può dire lo stesso per i supplenti e i docenti a chiamata. La grande fuga era iniziata una manciata di giorni prima di Natale. Quando i fuori sede, con il timore di restare bloccati nella Capitale per i dispositivi sanitari, hanno giocato la carta del certificato medico: alcuni non sono più rientrati. Altri invece a gennaio non hanno risposto alla chiamata della “lista Covid”, ora che tra colleghi si è sparsa la voce dei mancati pagamenti. Infine restano i docenti mai “reclutati”. Così il primo quadrimestre terminerà in piena emergenza. A raccontare ancora meglio la voragine dei docenti assenti con cui i dirigenti scolastici stanno facendo i conti ormai da settimane, sono ancora una volta i numeri. Quelli ufficiali, comunicati dagli uffici scolastici regionali con le 2 mila cattedre vacanti. Confermati dalle cifre delle scuole: secondo l’Associazione nazionale presidi, il 50 per cento di classi primarie e secondarie sono ancora senza supplenti.
NESSUNA RISPOSTA
La Messa a disposizione (Mad), il sistema che consente di chiamare anche studenti universitari agli ultimi anni di corso, non sta funzionando. «Pur di coprire una cattedra ho chiamato un giovane studente di giurisprudenza» racconta Manuela Manferlotti, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Daniele Manin all’Esquilino: «Ho fatto il possibile per garantire ai ragazzi la scuola aperta.
IL SOSTEGNO
Un allarme che si allarga anche agli insegnanti di sostegno: la media è di 9 assenti su 23. In questo caso trovare dei supplenti è ancora più complicato: «Gli insegnanti di sostegno hanno una formazione specifica» sottolinea Mario Rusconi, presidente Anp: «è chiaro che in quel caso non si può ricorrere alla Mad». Mentre per gli istituti superiori, che dallo scorso novembre hanno attivato la Didattica a distanza, i numeri sulle cattedre ancora vacanti sono più contenuti: «La percentuale è abbastanza contenuta- dice Rusconi- si tratta di 1 o al massimo tre docenti per istituto». Ma se il nodo del corpo insegnante è stato risolto, per le scuole superiori tutto è ancora da stabilire. A partire dalla data ufficiale e definitiva per il rientro in classe e lezioni in presenza.