Roma, scuole senza prof: ancora mille da sostituire. Ogni classe perde venti ore di lezioni

Roma, scuole senza prof: ancora mille da sostituire. Ogni classe perde venti ore di lezioni
di Camilla Mozzetti
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Martedì 15 Settembre 2020, 00:47

«Ce l’ho, mi manca, mi manca». Non è un gioco anche se - a vederli dall’alto di una cattedra gli incastri che i presidi delle scuole della Capitale stanno facendo per garantire a ogni classe l’organico di diritto - sembra tale. E allora è un gioco molto amaro perché gli insegnanti non ci sono e anche se formalmente le cattedre risultano coperte, in quanto assegnate a docenti in carne ed ossa, capita che quegli stessi docenti o sono stati trasferiti o hanno risposto a una chiamata in un altro Paese, in un’altra Regione, mantenendo però il posto. Risultato? Tra i titolari spostati in altre scuole, docenti andanti in pensione e non sostituiti con le «Graduatorie ad esaurimento che sono davvero esaurite - spiega il direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio Rocco Pinneri - e le graduatorie di concorso ormai vuote» a livello regionale restano ancora da trovare un migliaio di insegnanti.

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I NUMERI

«Partivamo da 5 mila - conclude Pinneri - dovremmo essere arrivati a nominarne 4 mila». Della quota che manca - ovvero mille -, il 75 per cento ricade su Roma. Morale? Da qui ad ottobre, fino a quando non si riuscirà a procedere con la nomina delle supplenze annuali, in molti classi (e nella Capitale sono circa 13 mila) salteranno in media - stando ai conti della Uil Scuola - 20 ore di lezione. Le materie che ad oggi sono scoperte, per di più, sono materie in alcuni casi di indirizzo in altre fondamentali per la crescita e l’istruzione dei ragazzi. Sette quelle che si ripetono con maggior costanza di scuola in scuola: «Italiano, Storia e Geografia, Matematica e Scienze, Inglese alle medie», spiega Saverio Pantuso segretario generale della Uil Scuola Lazio «e poi Latino, Matematica, Fisica, Italiano alle superiori». Gioco forza i dirigenti scolastici - che fino ad ora hanno dovuto tribolare con banchi monoposto, mascherine, uscite ed entrate alternate, hanno dalla loro un’unica possibilità: ridurre l’orario scolastico, in alcuni casi anche del 50%.
 

I PRESIDI

«Perché - come spiega Cristina Costarelli, dirigente dello Scientifico Newton e vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi - stare a scuola senza professori non ha senso». Nel suo liceo mancano (ovviamente) insegnanti di indirizzo: «Quattro di Matematica e Fisica». La campanella è suonata: ieri la stragrande maggioranza delle scuole romane ha riaperto, all’appello mancano 15 istituti comprensivi che per lavori di edilizia leggera o più strutturali ancora in corso hanno deciso di posticipare la ripresa al 24 settembre. «Ma non è stata una partenza eccellente - commenta la preside del liceo Orazio Maria Grazia Lancellotti - a noi manca il 20% dell’organico su materie come Latino, Greco, Lingue straniere. Fino alla fine di settembre ridurrò il tempo da sei a quattro ore». Se da una parte il ritorno a scuola, da un punto di vista psicologico, archivia la grande paura del “lockdown” e tutto quello che ha comportato per gli studenti, non avere nessuno in cattedra a spiegare una lezione equivale a riempire un contenitore ma lasciarlo in parte vuoto di significato.
 
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LE MANCANZE

Tutti gli anni è la stessa storia: docenti che mancano, supplenti che non si trovano, classi spezzate in più sezioni dove a firmare il registro c’era qualcuno, almeno nei primi giorni. Ma quest’anno è diverso. «L’assenza dei docenti si fa sentire di più, è inevitabile», aggiunge la preside dello Scientifico Righi Monica Galloni. Da lei mancano all’appello «Tre docenti di Matematica e Fisica - fa di conto - due di Lettere, uno di Filosofia, potrei iniziare a chiamare i supplenti dalla graduatoria di istituto ma non ho gli assistenti amministrativi per farlo, arriveranno mercoledì». Da domani si aprirà comunque il valzer perché non è detto che a ogni chiamata corrisponda una risposta positiva. Al Classico Dante Alighieri restano da trovare «Un docente di Scienze motorie - spiega la preside Maria Urso - e dovremo colmare 12 ore di Scienze e quattro ore di Storia dell’arte», al Giulio Cesare mancano quattro insegnanti, soprattutto di Latino e Matematica. E non va meglio nelle scuole d’infanzia o negli istituti comprensivi. Al Valente ad esempio, quartiere Collatino, «Abbiamo una carenza su materna, elementare e media - spiega la preside Rosamaria Lauricella Ninotta - di 18 docenti». Ma la scuola ieri è iniziata. 

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