Didattica a distanza a Roma sempre più all’insegna di connessioni instabili, pc e tablet spesso vecchi e lenti e, soprattutto, lezioni via web che durano meno del dovuto. Anche perché gli insegnanti - per superare gli scogli tecnologici e dare più tempo agli allievi di ammortizzare il nuovo tipo di didattica - si scollegano e tendono a utilizzare con loro molto materiale video preregistrato, grafici esplicativi o danno da fare i compiti per controllare il livello d’apprendimento. E finiscono, in quella che tecnicamente si chiama lezione in “asincrono”, per stare meno in collegamento con le loro scolaresche per spiegare o interrogare. Una circostanza - denuncia Giorgio Carratta, coordinatore capitolino per le scuole superiori dell’Unione degli studenti - che «nei licei e negli istituti tecnici superiori avviene almeno nel 25 per cento dei casi, con il tempo delle lezioni dove il docente non è collegato che supera quello dove gli stessi sono presenti. E questo crea disorientamento soprattutto negli allievi più piccoli o in quelli che vanno verso la maturità e temono di non finire il programma».
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Questa percentuale denunciata dall’Uds avrebbe messo sull’allarme anche l’ufficio regionale della scuola, con il direttore Rocco Pinneri, che riceverebbe dalle famiglie tre o quattro segnalazioni ogni giorno e che ha mandato ai presidi una circolare per ricordare quali sono i tempi e i modi della Dad indicati dal ministero dell’Istruzione.
DOPO NATALE
Fino al prossimo 3 dicembre, nella Capitale, faranno didattica a distanza oltre 68mila studenti delle superiori in circa 400 tra istituti pubblici e privati. Sono in molti a scommettere, anche per la concomitanza con il periodo prenatalizio e per la curva alta dei contagi per Covid, che il governo con i prossimi Dpcm estenda il periodo della Dad. E c’è chi teme che la stessa modalità venga applicata anche alle medie. E se un plesso su tre è privo di banda larga e almeno uno studente su dieci non ha un contratto di connessione veloce - durante lezioni che durano tra i 45 e 50 minuti - c’è come detto anche il difficile equilibrio tra la parte della lezioni in “sincrono” (con i docenti e gli studenti collegati contemporaneamente) e in “asincrono”, cioè la didattica virtuale offline effettuata con video e grafici riepilogativi in power point. Quindi senza una vera interazione. Nelle sue linee guida il ministero dell’Istruzione non esclude questo tipo di insegnamento, ma prevede che la parte in sincrono sia più lunga di quella in asincrono. Intanto l’ufficio regionale scolastico - appena venuto a conoscenza che c’è uno squilibrio - chiama e chiede le singole scuole per ridefinire i tempi. Racconta una preside: «È molto difficile controllare caso per caso, anche perché dovremo collegarci alle videochat di ogni classe. Detto questo, gli insegnanti utilizzano il tempo in cui le lezioni sono offline per preparare ulteriori materiali o correggere i compiti».