Travolte dalla quarta ondata della pandemia, e con una ripresa dopo la pausa natalizia a ostacoli, le scuole studiano ora una contromossa per supplire alla carenza di personale. I prof sono a casa malati, o in isolamento fiduciario, e la lista dei supplenti è troppo corta. Tanto che alla ripresa delle lezioni - il 10 gennaio - i dirigenti scolastici hanno avviato il piano di reclutamento di laureandi e neo laureati. Una soluzione che al momento sta reggendo il sistema, soprattutto per le materie scientifiche. «Dobbiamo tenere duro e scavallare le prossime due settimane» aveva annunciato Valeria Sentili, vicepresidente di Assopresidi, al rientro dalle vacanze. Quando il numero dei contagi tra il personale scolastico (e tra gli alunni) aveva toccato il punto più alto dall’inizio della pandemia.
Con l’obiettivo però di tenere gli istituti aperti, superare il punto critico e arrivare alla fine del mese.
L’EMERGENZA
«Non possiamo farci cogliere impreparati e allo stesso tempo, dobbiamo assicurare ai ragazzi la continuità scolastica. Quella di reclutare i professori andati in pensione è una proposta da definire, un’idea in tempi di emergenza. Abbiamo comunque già impiegati in pensione che a titolo gratuito collaborano, per esempio, con le segreterie scolastiche. Tuttavia la chiamata sarà solo su base volontaria, gratuita e limitata nel tempo. La decisione, se il piano dovesse partite, sarà delegata alla singola scuola» precisa Cristina Costarelli di Assopresidi.
Con il numero dei docenti assenti che continua a crescere. Secondo l’associazione di categoria, la media è di 15 prof tra i 448 istituti superiori e i 353 comprensivi. «Non ci sono al momento numeri ufficiali e non vogliamo dare false informazioni. Ma questa è la media calcolata nell’ultima settimana» precisa la preside Costarelli. A cui si somma pure il personale sospeso perché non vaccinato: «Si tratta di un numero esiguo - conclude - ma in un momento così delicato, pure queste assenze pesano nella riorganizzazione delle ore e delle lezioni».
IL CONTAGIO
Mentre gli alunni proseguono lo slalom tra Ddi, Didattica digitale integrata, e Dad, Didattica a distanza. Perché dopo lo screening di massa tra i banchi di scuola è scattato un altro allarme, quello per i falsi negativi: due studenti su dieci rientrati in classe dalle vacanze di Natale erano infetti. Già mercoledì scorso (il 13 gennaio) nel 90% delle scuole erano state attivate sia la Ddi che la Dad. Con un numero più significativo per le classi elementari e medie, dove la percentuale dei vaccinati è molto inferiore rispetto ai compagni delle scuole superiori. E dopo l’autunno caldo delle occupazioni, questa mattina è prevista un altra manifestazione degli studenti davanti al ministero dell’Istruzione.
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