Roma, scuola, «le aule extra introvabili». Un istituto su 3 a rotazione farà tele-didattica

Roma, scuola, «le aule extra introvabili». Un istituto su 3 a rotazione farà tele-didattica
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 18 Agosto 2020, 00:13

«Che fare? E chi lo sa. Ho classi mediamente di 40 metri quadri, alcune arrivano a 29 alunni, più l’insegnante 30. Dove li metto in quello spazio? La cosa più probabile è dividere i gruppi a metà, facendo due turni», racconta sconsolata Daniela Nappa, 52 anni, preside dell’istituto Vittorio Gassman, liceo linguistico e delle scienze umane di Primavalle, 1.500 alunni, 68 con handicap gravi. «Avevo chiesto qualche container da mettere all’esterno o una tensostruttura. Oppure speravo di poter sfruttare un edificio qui in zona, che però è stato assegnato a un’altra scuola. A questo punto non vedo alternative alla didattica a distanza, a rotazione. Anche perché già avevamo carenza di aule prima del Covid, l’anno scorso ho avuto “in prestito” per un anno le aule da un altro istituto. Figuriamoci ora, con 60 classi programmate da febbraio. Ma stiamo facendo di tutto per mantenere l’impegno con le famiglie». La preside del Gassman non è l’unica a trovarsi in questa situazione. Quasi obbligata, di fatto, a confermare la tele-didattica, poco amata da mamme e papà e invisa a tanti insegnanti perché considerata limitante dal punto di vista educativo. Eppure tocca arrangiarsi in questa strana ripresa delle lezioni, con lo spettro del virus tutt’altro che scacciato. Secondo l’Associazione nazionale presidi a Roma un istituto superiore su 3 riaprirà mantenendo, almeno in parte, le lezioni da casa, col pc, come ai tempi del lockdown. Non in forma integrale, ma parziale: chi un giorno a settimana al computer, chi accorciando le lezioni di 15 minuti, per permettere più turni negli stessi spazi, recuperando il resto sul divano o in cameretta, di tanto in tanto. Nell’elenco degli istituti che fornisce l’Anp figurano licei storici come il Righi, l’Albertelli, il Newton. E ancora il Ripetta, il Caetani, l’agrario Sereni, il Gassman. Il fatto è che di spazi alternativi, nonostante tanti proclami, se ne sono trovati pochini.

GLI OSTACOLI
«Le parrocchie? Abbiamo apprezzato l’offerta della curia, ma tanti posti erano inadeguati - spiega Mario Rusconi, il capo dell’Anp di Roma - Per esempio dovrebbero avere bagni separati per maschi e femmine, andrebbe elaborato un documento sulla valutazione del rischio, da far firmare a un ingegnere, lo stesso discorso vale per i musei». Risultato: niente di fatto. Ecco allora il ritorno, a turno, delle videochat. Anna De Santis, preside del liceo artistico Ripetta, racconta che «nella sede principale, appena termineremo i lavori avviati in piena estate, faremo 4 giorni in presenza e uno da casa. Per fortuna le classi rimarranno unite, siamo riusciti ad evitare di spezzettarle. Sarà difficile invece nell’altra sede, in viale Pinturicchio: lì stiamo pensando di montare alcuni capannoni, ma non basterebbero comunque, dovrò scrivere alla Protezione civile». Valeria Santili, preside dell’istituto comprensivo Francesca Morvillo, racconta che nella sede di via Siculiana, Tor Bella Monaca, elementari e materna, «le aule sono sottodimensionate, tutte». Qualche numero: «In media sono di 36 metri quadri, col banco singolo entrerebbero 13 alunni! Ma gli studenti sono almeno 20, a volte 25. Poi consideriamo i bambini disabili, che oltre all’insegnante di sostegno hanno accanto un assistente comunale». Le linee guida del Cts escludono la tele-didattica per le scuole primarie, ma «in caso di necessità, in forma residuale, potremmo essere costretti a farla». «Poi le regole cambiano da un giorno all’altro, chissà domani che succede...», si chiede Marco Guspini, preside del magistrale Caetani, che per il momento ha tagliato le ore scolastiche di 15 minuti, per far recuperare il resto con le “call” a casa. C’è anche chi tira un sospiro di sollievo, come Daniela Monaco, preside dell’istituto Impastato, medie ed elementari, quadrante Est. «Abbiamo appena finito i calcoli, ce la dovremmo fare ad evitare la tele-didattica ai ragazzi, ma ci stiamo attrezzando comunque. Non sappiamo cosa avverrà in inverno, tocca farsi trovare pronti». 

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