Scuole occupate a Roma, il prefetto Piantedosi: «No a proteste fuori controllo, i ragazzi devono fare i tamponi»

Occupazione scuole, il prefetto Piantedosi: «No a proteste fuori controllo, i ragazzi devono fare i tamponi»
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 24 Gennaio 2021, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 01:20

«Capisco l’effervescenza giovanile e non sono tipo da tirata d’orecchie. Però queste manifestazioni non devono sfuggire di mano. E noi controlleremo che non succeda. Un conto è esprimere una posizione, un conto è occupare».
 

Prefetto Matteo Piantedosi, le scuole hanno riaperto lunedì ma le proteste non si sono fermate. Mentre parliamo è in corso la prima occupazione, al Kant.
«Sì e voglio parlare col ramoscello. A chi protesta per la sicurezza delle lezioni, dico: fidatevi di noi, è stato fatto tutto il possibile».


Molti ragazzi, come i presidi, ce l’hanno con la doppia fascia d’ingresso.
«Questa è una contraddizione rispetto alla richiesta di maggiore sicurezza che dicevamo prima. Le due fasce d’entrata, alle 8 e alle 10, le abbiamo introdotte proprio per questo, per ridurre i rischi d’assembramento sui mezzi pubblici. Comprendo i dubbi dei ragazzi, anche di chi dice: allora era meglio restare in dad. Ma la didattica a distanza non è la soluzione ottimale. La scuola è anche altro, è socialità. Il difficile per le istituzioni non è chiudere, ma aprire, uscire in barca quando il mare è agitato. E c’è un’altra contraddizione che noto, senza polemiche».
 

Quale?
«I ragazzi - e ripeto: posso capire le loro ragioni - chiedono sicurezza, però poi, purtroppo, fanno pochi tamponi, anche se la Regione ha messo a disposizione degli studenti dai 14 ai 18 anni i drive-in, tutti i pomeriggi. Ed è gratis».
Il 70% dei posti speciali è rimasto deserto. Perché i ragazzi non vanno ai drive-in?
«Bisogna trovare il modo di incentivarli, tutti devono fare il tampone».
 

Come si convincono?
«Bisogna intervenire con una nuova divulgazione nelle scuole, poi vedremo se potremo agire in modo più capillare».
 

I presidi hanno chiesto che si facciano i test direttamente nelle scuole, con le unità mobili.
«Il punto è che nei drive-in i posti ci sono. Ora ragioneremo con la Regione se è possibile a livello logistico ampliare l’operazione».
 

I mezzi pubblici sono stati rafforzati, ma si notano ancora assembramenti alle fermate. E le linee speciali, quelle dei pullman privati appena ingaggiati, sono spesso vuote. Come si può intervenire?
«Il piano sta funzionando. Lo dico con cautela, perché si parla di una materia fluida. Ma grazie alla collaborazione di Atac, Astral e Cotral abbiamo messo in strada migliaia di mezzi in più. Poi certo per cambiare alcune abitudini ci vorrà tempo, ma il potenziamento c’è, il governo ha stanziato 38 milioni, non sono pochi».
 

Se aumenteranno le lezioni in presenza serviranno altri bus?
«Noi siamo pronti a rafforzare ancora il piano».
 

Torniamo alle due fasce: fino a quando rimarranno? Il provveditore Pinneri ha detto almeno fino ad aprile.
«Si, è immaginabile che sia così, naturalmente ascolteremo le richieste delle scuole. Con la bella stagione abbiamo visto che i contagi possono calare. Serve un sacrificio di 2-3 mesi».
 

L’Rt del Lazio è sceso sotto l’1. Venerdì arriverà il nuovo report del Ministero della Sanità. Ci sono speranze di tornare in giallo?
«Mi auguro proprio di sì, dietro a queste decisioni ci sono algoritmi complicati, ma i dati degli ultimi giorni mi sembra che lascino ben sperare. Il Lazio era già finito in arancione per pochi decimali. In questo momento stiamo vedendo gli effetti delle restrizioni delle feste. Ma come dicevo prima per quanto riguarda la scuola, la sfida non è tanto quando si chiude, ma quando si riapre». 
 

Ha letto l’ultima di un sindacato dei vigili? Dicono che è «oggettivamente difficile» fare multe per gli assembramenti, che c’è troppa gente...
«Ho letto, dico solo una cosa: credo che in una fase così difficile non debbano esserci contrapposizioni tra soggetti vari, dobbiamo remare nella stessa direzione per uscire dalla pandemia».
 

I primi vaccini sono arrivati scortati dalle forze dell’ordine. Come saranno distribuiti negli studi di base? I medici l’hanno detto chiaro: temiamo furti. 
«Non c’è bisogno che si allarmino, tutta la distribuzione avverrà in una cornice di sicurezza».
 

Come? Saranno scortati?
«Il piano è aggiornato di volta in volta, quando sarà il momento della distribuzione saremo pronti».
 

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