Scuola, allarme per settembre nel Lazio: «Mancheranno 10mila prof»

Scuola, allarme per settembre nel Lazio: «Mancheranno 10mila prof»
di Lorena Loiacono e Camilla Mozzetti
4 Minuti di Lettura
Lunedì 14 Giugno 2021, 00:47

Sembra impossibile, a oggi, il regolare avvio del prossimo anno scolastico: il Primo settembre le scuole non riusciranno a farsi trovare pronte. Mancano 10mila docenti, infatti, e altrettante cattedre resteranno scoperte. Così alla riapertura la scuola rischia di cominciare sempre con gli stessi vecchi problemi. Se non addirittura ampliati, visto che si tratta di un’emergenza senza fine, che peggiora di anno in anno e che con la pandemia ha svelato tutte le sue criticità. Non avere i docenti a disposizione, infatti, compromette la didattica in maniera determinante: le lezioni saltano e diventa quasi impossibile rispettare le regole imposte dal Covid, perché le classi non si possono dividere, non può essere garantito il distanziamento né le sostituzioni in cattedra. 

ELENCHI DA RIFARE

A oggi le carenze nell’organico non lasciano molte speranze per il Primo settembre: i posti vacanti sono oltre 10mila nel Lazio (oltre 8mila soltanto a Roma).

Le graduatorie dei supplenti, poi, sono sguarnite. Lo scorso anno, infatti, sono rimaste schiacciate da continui errori nelle nomine, puntualmente da rifare. «Siamo in emergenza totale – denuncia Saverio Pantuso, il segretario regionale della Uil scuola - neanche in tre anni riusciremo a colmare tutte queste cattedre vacanti che riguardano l’organico di fatto. La soluzione migliore sarebbe chiamare in servizio i supplenti, perché ci sono, ma il problema è che per alcune classi di concorso non ci sono docenti abilitati da chiamare. Se la situazione resta questa, è impossibile aprire le scuole a settembre con tutte le cattedre coperte. Oltre al grave ed enorme problema del sostegno». 

I problemi sono gravi in tutto il Lazio, ma sono concentrati soprattutto negli istituti scolastici della Capitale. E la scuola nelle condizioni peggiori è la secondaria di primo grado: le medie. A Roma, stando ai dati Uil, a oggi i posti vacanti nella scuola dell’infanzia sono 392, tra questi sono 100 quelli non coperti soltanto per il sostegno: quasi il 25% del totale. E in tutta la Regione, sempre considerando la materna, mancano 663 docenti tra cui 157 di sostegno. Una mancanza che si conferma in tutti i gradi di studio. Per quanto riguarda la scuola primaria, sono 2.320 i posti attualmente vacanti, tra i quali un migliaio sul versante del sostegno: vale a dire quasi la metà, mentre in tutto il Lazio ne mancano all’appello 2562.

La situazione si complica ulteriormente nella secondaria di primo e secondo grado, vale a dire medie e superiori, dove le cattedre oltre a distinguersi per il sostegno, si differenziano anche per classe di concorso. Nella scuola media sono 3.888 i posti vacanti nel Lazio, ben 2.853 sono le cattedre vacanti solo su Roma: tra queste 1.306 sono di sostegno, 485 riguardano solo l’insegnamento di italiano, storia e geografia e 482 matematica e scienze. Quindi le materie e i docenti con il maggior numero di ore a settimana, senza i quali i ragazzi rischiano di restare “scoperti” tutto il giorno. Il problema delle cattedre scoperte è infatti molto pratico: se non c’è il docente di ruolo e non si trova il supplente, la classe resta senza insegnante e non è possibile né dividerla in altre aule, a causa del Covid, né portare avanti il programma. Seguono le materie di arte con 135 cattedre scoperte, musica con 102 e lingua straniera con 96. 

I buchi in organico sono anche nelle scuole superiori, dove mancano 3.589 docenti in tutte le scuole della regione e 2.629 professori solo a Roma. Anche negli istituti superiori è possibile individuare le cattedre in maggiore difficoltà: 408 di sostegno, 160 di italiano e latino e 182 di italiano, 267 di matematica e fisica e 168 per lo studio della lingua inglese. Parte quindi la caccia ai supplenti, ma sulle graduatorie provinciali, che lo scorso anno registrarono tantissimi errori, la Uil scuola alza l’allerta e chiede verifiche. Allo studio un esposto per capire come vengono convocati i docenti. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA