Scuola, caos iscrizioni: in sei classi su dieci quasi trenta studenti

Scuola, caos iscrizioni: in sei classi su dieci quasi trenta studenti
di Alessia Marani e Francesco Pacifico
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Martedì 16 Febbraio 2021, 01:00 - Ultimo aggiornamento: 01:29

Neanche il rischio Covid spazzerà via il problema delle classi pollaio dalle scuole romane. L’allarme arriva dai presidi delle superiori, che stanno completando le piante delle scolaresche dopo il boom di iscrizioni soprattutto nei licei (21mila le domande): «Il prossimo anno - spiega Cristina Costarelli, dirigente del Newton e vicepresidente dell’Anp del Lazio - il 60-65% delle aule ospiterà tra i 27 e i 30 alunni, di più se aggiungiamo i bocciati. E pur non sottovalutando le restrizioni che ci impone il pericolo di contagi, con questi numeri è difficile garantire una buona didattica». Non basta. C’è il problema degli esuberi: dopo la chiusura delle iscrizioni all’11 febbraio molti ragazzi esclusi dai licei di prima scelta non sanno ancora quale scuola frequenteranno.
In sintesi, il prossimo anno, avremo al primo anno 6 classi pollaio ogni 10: quasi 1200 sulle 2.300 che si formeranno nei 220 istituti superiori della Capitale. Un’enormità secondo gli esperti, che vedono in 22-23 il massimo di allievi per ogni aula. Qualche settimana fa i presidi romani segnalarono il problema all’Ufficio scolastico regionale, chiedendo di non superare il tetto dei 23 per classe. Ma su questo tema il provveditore Rocco Pinneri ha le mani legate, perché la legge nazionale prevede che ogni scolaresca rientri in un range tra i 27 e i 30 alunni. In quest’ottica il rappresentante del governo sta lavorando con la Città Metropolitana e i Municipi (specie il I) che registrano la necessità di trovare più spazi. Sul primo fronte, quello dell’ex Provincia, la vicepresidente Maria Teresa Zotta avrebbe già individuato sei scuole dove installare prefabbricati con wifi nei cortili. Tra le realtà scelte ci sono, oltre al Democrito, il De Sanctis, il Farnesina o il Vivona. «Ma stiamo lavorando sul tema anche nella provincia, specie ad Ardea - spiega Zotta - Vogliamo garantire condizioni migliori di studio ai ragazzi evitando, però, che i comuni intorno alla Capitale gravitino sugli istituti di Roma. Stiamo anche ragionando con il Vicariato e scuole paritarie per trovare spazi».
LO STRATAGEMMA
Accanto a quello delle classi pollaio c’è un altro problema da risolvere: con il boom di iscrizioni ai licei molti ragazzi non hanno ancora trovato una scuola per il prossimo anno. Solo in Centro la questione interessa più di un centinaio di famiglie.

Pinneri ha chiesto ai presidi di aiutare i genitori nella ricerca. «Ma la gestione delle domande e degli esuberi va accentrata - dice ancora Costarelli - non lasciando alle singole scuole e famiglie l’onere di risolvere il problema». I genitori continuano a bussare alle porte degli istituti in cerca di un posto. Claudia Sabatino, dirigente del liceo Cavour, da giorni sta telefonando ai colleghi per sapere se hanno disponibilità per 134 ragazzi esclusi. Il preside del Talete, Alberto Cataneo, nonostante avesse prospettato la situazione nei mesi scorsi, si è trovato a dovere respingere un centinaio di richieste arrivate soprattutto da famiglie della Balduina (dove non esistono licei). E ora spunta persino lo “scandalo” delle doppie graduatorie: ossia 27 nominativi apparsi sia nella lista del Talete che in quella del Mamiani. Una circostanza sospetta dal momento che la domanda di prima scelta è unica. Sul caso è pronto un esposto da parte di una ventina di famiglie degli esclusi, per conto dell’avvocato Caterina Verdel che ha già scritto - tra gli altri - a Miur e a Ufficio scolastico regionale chiedendo un incontro urgente per risolvere la situazione d’emergenza. «Se riscontreremo abusi - afferma - siamo pronti a chiedere l’annullamento delle graduatorie». Il sospetto è che dal liceo Mamiani, prima dell’affissione delle graduatorie, sia stato suggerito alle famiglie che non avevano un punteggio adeguato, di ritirare le domande e di riformularle come prima scelta da altre parti, tra cui il Talete. Un “giochetto” sul filo della legalità, «che avvantaggerebbe alcuni a dispetto di tutti gli altri», spiega un genitore. Intanto l’Ufficio scolastico ha completato il monitoraggio sulle scuole di Roma e Lazio sulla potenza e la velocità delle connessioni a internet. Una questione nodale con la didattica a distanza. Il report è preoccupante: solo il 44% ha un collegamento adeguato con la fibra, anche se appena un terzo di questi istituti ha una linea FTTH (Fiber to the Home), con il cavo che arriva fino in classe. Un altro 44% ha una semplice Adsl, il restante non ha banda larga. I più in difficoltà sono il Pestalozzi, il Giovanni Paolo II, il Tacito e il Visconti. La Città metropolitana ha già predisposto un piano per migliorare le connessione, l’obiettivo è di intervenire entro aprile tra Roma e Provincia.

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