Scuola, misure anti-Covid, fuga dei prof “controllori”: «Troppe responsabilità»

Scuola, misure anti-Covid, fuga dei prof “controllori”: «Troppe responsabilità»
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 11 Settembre 2020, 00:19

«C’è un obbligo di fronte al quale non possiamo esimerci ed è quello di nominare il responsabile anti-Covid, un ruolo che può essere ricoperto sia da un amministrativo che da un docente ma sto avendo dei problemi nel reperimento perché in molti rifiutano per paura», racconta la dirigente di un istituto romano che preferisce l’anonimato. Ed ecco che ad oggi mancano ancora 100 controllori.

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L’ultima grana che si abbatte sul mondo della scuola, a tre giorni dalla riapertura officiale - nonostante diversi istituti stiano prorogando la ripresa e aumentano le ordinanze dei sindaci di molte città sparse sulla Regione per la riapertura il 24 settembre - riguarda la figura del “controllore” anti-contagio. 

Si tratta di una persona, come appunto un amministrativo (personale di segreteria) o insegnante, che accetta il compito di fare le verifiche a scuola sul rispetto delle norme - a partire dal distanziamento e dall’uso della mascherina - fino a coordinarsi con le Asl e i medici nel caso in cui uno studente o un insegnante manifestino i sintomi da Sars-Cov-2 quando si trovano a scuola. 

Eppure a Roma, dal Prenestino all’Eur e poi ancora Magliana, Trullo, Tiburtino, Trionfale/Monte Mario, almeno cento istituti, conteggia la Uil scuola Lazio, stanno ancora dando la “caccia” a queste figure. «La mansione non vede una retribuzione aggiuntiva - spiega il numero uno dei presidi di Roma e del Lazio Mario Rusconi - nonostante la grande disponibilità registrata in questi giorni, è inutile negarlo, molti docenti hanno timore a ricoprire la carica». Un po’ come è accaduto per i test sierologici (a ieri la Regione contava oltre 36 mila verifiche eseguite nelle scuole) su base volontaria, di fronte ai quali l’adesione da parte dei docenti è stata timida, anche per il controllore anti-Covid ci sono dei problemi. «La paura principale - prosegue Rusconi - è quella di poter incorrere un giorno in problemi di natura giudiziaria». Se uno studente, ad esempio, si ammala di Covid a scuola o anche un insegnante contrae in virus in servizio e poi le condizioni peggiorano fino al caso estremo del decesso «I familiari potrebbero riaversi sul dirigente e sul controllore anti-Covid, ed è questo che spaventa», aggiunge ancora il numero uno dei presidi. «Auspicavamo che fosse disposta un assicurazione per la responsabilità civile ma non c’è stata», conclude Rusconi. Morale? Il conto alla rovescia è ormai partito e tecnicamente l’obbligo dovrà essere onorato entro la ripresa ufficiale del singolo istituto ma per l’appunto, mancano ancora un centinaio di persone per altrettante scuole, disponibili a svolgere la mansione. Che senz’altro è delicata e va a sommarsi ad altri oneri. Anche perché il verificatore anti-Covid deve necessariamente far parte di quella realtà scolastica. Non si può ad esempio fare affidamento su genitori o volontari o personale esterno. A farsene carico potrebbe alla fine essere il dirigente, già piegato però da altre innumerevoli incombenze. 
 

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