Scuola, il provveditore del Lazio, Rocco Pinneri: «Niente sconti agli scrutini, aumenteranno i bocciati»

Scuola, il provveditore del Lazio, Rocco Pinneri: «Niente sconti agli scrutini, aumenteranno i bocciati»
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 28 Aprile 2021, 00:11

La strada da fare è tanta sia per colmare le “lacune” che la pandemia da Covid-19 ha inflitto all’apprendimento sia per sanare il “gap” infrastrutturale che il Coronavirus ha fatto emergere: «Bisogna trovare 110 nuove classi». A un anno dall’insorgere dell’emergenza sanitaria ecco il bilancio per la scuola del Lazio che, secondo il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, grava soprattutto sugli studenti liceali.


Direttore Rocco Pinneri manca poco più di un mese al termine dell’anno scolastico e a breve partiranno anche gli scrutini. A tal proposito molti professori sono certi che aumenterà la quota di studenti “rimandati” a settembre in una o più materie e anche quella dei bocciati. Lei ha dato un’indicazione su come comportarsi in fase di giudizio? 
«È innegabile il fatto che la pandemia abbia comportato dei problemi, a partire dal rendimento degli studenti che è sceso ma non solo alle superiori. Detto ciò, non si può certo dire ai docenti di essere magnanimi o severi, devono essere equi. Non credo verranno fatti sconti a nessuno. Ai meritevoli saranno riconosciuti i risultati ottenuti così come saranno riconosciuti anche quelli non conseguiti».


Pensa dunque che i prof abbiano ragione? Aumenteranno i rimandati e i bocciati?
«Non spetta a me dirlo, è verosimile credere comunque che non ci saranno risultati brillanti ovunque».

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Con il passaggio del Lazio in zona gialla le scuole hanno riaperto provando a rispettare la presenza al 70% decisa dal governo ma in moltissimi istituti questo non è stato possibile.
«Al momento tre scuole - una a Tivoli due a Roma tra cui il liceo Talete - mi hanno comunicato che non potranno aumentare la presenza al 70% per mancanza di spazi.

Mi aspetto altre comunicazioni ma si potrà arrivare al 60%».


Ecco, il capitolo spazi: argomento che mal si sposa con il rispetto delle distanze. Qual è la situazione reale?
«Mancano all’incirca 110 classi. In alcune realtà come al liceo Democrito l’ex provincia ha allestito dei moduli che hanno funzionato».


Non si può ridurre il numero degli alunni per classe? Una richiesta tra l’altro che i presidi avanzano da tempo proprio per combattere il fenomeno delle “aule pollaio”.
«Per gli spazi che abbiamo, ridurre a 20 studenti per classe sarebbe materialmente impossibile. A Roma servirebbe almeno il 50% delle scuole superiori in più di quelle che ci sono. C’è un limite oggettivo sugli edifici: è difficile trovarne altri da prendere in affitto e nel Centro è complicato pensare anche a degli ampliamenti. Poi per ridurre il numero degli studenti per classe servirebbe un intervento legislativo. Alle attuali condizioni nel 2026 si potrebbe soddisfare la presenza degli studenti con il numero delle strutture esistenti per la denatalità. Le scuole del primo ciclo hanno meno bambini e questo ce lo dicono le liste di attesa dei nidi che non sono piene. Nel 2026 i bambini del primo ciclo diventeranno gli studenti del secondo ciclo».


Sì, ma intanto per quelli che ci sono? Piani per settembre?
«La prossima settimana inizieremo a discutere l’argomento con Regione, Comune e Città Metropolitana cercando di delineare gli interventi in vista di settembre. Per il discorso sulla denatalità, ad esempio, in alcune zone di Roma, come Testaccio, ci sono edifici che potrebbero ospitare altre classi o integrare l’offerta proprio perché a capienza ridotta. Bisogna intavolare una discussione anche con gli enti gestori, Campidoglio e Città Metropolitana».


Capitolo sanità: a breve partiranno i test salivari nelle scuole, dopo che la Regione Lazio ha assegnato la gara per l’acquisto delle forniture da quasi 5 milioni di euro. Non le sembra un po’ tardi?
«Finora non si era potuto portare avanti il progetto in ragione della scarsa precisione di questi esami: dai primi test sperimentali infatti emergevano troppi falsi positivi e troppi falsi negativi».


Come si procederà?
«Fare test a tappeto a 752 mila studenti è impossibile, si procederà con gli esami nei plessi dove ci sono stati molti contagi o focolai».


Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha annunciato il piano per l’estate al fine di consentire agli studenti di recuperare socialità e rafforzare gli apprendimenti. Molti presidi però già dicono che sarà difficile tenere aperte le scuole a luglio e pensare che i ragazzi vadano a scuola. Lei che risponde?
«Che qualsiasi iniziativa di supporto agli studenti deve essere considerata possibile anche perché molte famiglie ne hanno bisogno e ci sono soggetti, come le associazioni di volontariato ad esempio, che possono essere coinvolti». 
 

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