Scuola a Roma, mancano anche banchi e sedie: rebus pc per la tele-didattica

Scuola a Roma, mancano anche banchi e sedie: rebus pc per la tele-didattica
di Camilla Mozzetti
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Sabato 27 Giugno 2020, 07:23

Con la scuola che cambia, in vista di settembre, per garantire la sicurezza di alunni e docenti ed evitare che la diffusione del Covid-19 possa riprendere in un batter baleno, oltre alla distanza interpersonale e all'uso delle mascherine, non basterà soltanto rintracciare spazi alternativi destinati a ospitare i ragazzi e i professori. Gli ambienti dovranno infatti essere arredati perché se è vero che non si può costruire una scuola nuova in un giorno è anche vero che le strutture destinate ad alleggerire le classi e garantire così la sicurezza - dai moduli prefabbricati alle tensostrutture - andranno riempite di banchi e sedie. E pure laddove l'Ufficio scolastico regionale riuscisse a chiudere un accordo con l'Esercito per sfruttare gli ambienti delle caserme bisognerà provvedere a colmare quei possibili gap strutturali. Lavagne multimediali, sedie, banchi, cattedre, proiettori ma anche device come pc, tablet e strumenti di connessione per tornare a usare - come sistema integrato - la didattica a distanza. Un lavoro anche questo, ingente finanziariamente parlando.

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I NUMERI
Solo per Roma e provincia senza allargare il quantitativo di arredi che serviranno alle scuole, gli enti preposti e dunque Campidoglio e Città Metropolitana dovranno riuscire a trovare risorse per centinaia di migliaia di euro e fare anche in fretta nel riconteggio complessivo per evitare poi di trovare i magazzini delle aziende vuote giacché il problema investirà l'intero Paese. Il mobilio delle scuole romane, tra l'altro, è vecchio: circa il 70% risale infatti agli anni Novanta del secondo scorso. Nel 2019 si stimò per le scuole della Capitale un fabbisogno superiore ai 100 mila nuovi mobili e solo per i licei e gli istituti superiori, senza contare dunque elementari e medie. Un anno fa la Città Metropolitana riuscì a garantire - con un finanziamento di 700 mila euro - appena 12 mila nuovi arredi: 8 mila banchi e 4 mila sedie.

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Le associazioni - in primis l'Anp Roma e Lazio, l'Associazione nazionale presidi - conta che una scuola su tre dovrà metter mano a un imponente piano d'acquisti per il mobilio ma anche per gli strumenti tecnologici. «Per quanto riguarda gli arredi - spiega il numero uno dei presidi Mario Rusconi - sarà necessario innanzi tutto una dotazione massiccia di banchi monoposto» anche se il metro di distanza tra gli alunni sarà calcolato da bocca a bocca. Non solo. «Se saranno usati spazi esterni alla scuola - prosegue Rusconi - dai cortili ai giardini fino alle palestre, anche questi dovranno essere arredati. Pertanto la Città Metropolitana e il Comune si dovranno far carico di tutto e anche per i lavori cosiddetti di edilizia leggera bisognerà procedere con velocità affinché le assegnazioni dei lavori siano tempestive al fine di garantire i cantieri entro l'estate».
Stesso discorso per quanto riguarda gli strumenti tecnologici: «Il compito in questo caso - conclude Rusconi - compete alle singole scuole che dovranno essere in grado di acquistare device - tablet e pc ma anche saponette di connessione ad esempio - per i ragazzi perché non sappiamo quale sarà l'evoluzione del virus e non possiamo escludere che la didattica a distanza dovrà essere utilizzata ancora nei prossimi mesi».

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LE TECNOLOGIE
In questi mesi di emergenza sanitaria con la didattica a distanza studenti e professori hanno lavorato da casa. Il ministero dell'Istruzione ha messo sul piatto circa 80 milioni di euro per le scuole al fine di acquistare i supporti tecnologici ma tuttavia, in vista di settembre - sempre secondo un'analisi dell'Anp Roma e Lazio - il 38% degli studenti delle elementari non avrà i mezzi, ne serviranno 67.640. Per quelli delle medie le dotazioni necessarie ammontano a 28.320, ovvero il 24% del totale dei ragazzi e alle superiori il deficit è di 36.400 tra pc e tablet perché il 20% degli studenti al momento è sfornito di mezzi
A tutto questo si sommano i lavori di manutenzione straordinaria fermi da mesi in molte scuole. Il liceo Scientifico Newton, tanto per fare un esempio, «Ha un cantiere aperto dentro la scuola per dei lavori infrastrutturali che durano dal 2018», spiega la preside Cristina Costarelli. E la fine è ancora molto lontana. Senza contare puoi tutto il lavoro che dovrà essere svolto - ma che non è ancora partito - sulla pulizia degli ambienti esterni e sulla revisione delle caldaie. Intanto si è chiuso il concorso bandito da Roma #puoidirloforte sui progetti di miglioramento strutturale delle scuole e di aumento dell'offerta didattica. Tra quelli finanziati, (con 10mila euro) il recupero dei seminterrati dell'Istituto comprensivo Giuseppe Garibaldi (VII Municipio) dove verrà creata una palestra.
 

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