S’infittisce il mistero dei reperti antichi e delle ossa millenarie gettati per strada accanto ai cassonetti in zona Boccea Torrevecchia. Già perché all'indomani della scoperta degli strani rifiuti buttati in via Decio Azzolino (la bellezza di una decina di cassette ricolme di ossa, ceramiche, frammenti di vasi, pilastrini e colonne di marmo, i carabinieri del Comando provinciale hanno rinvenuto in via Arnaldo Canepa, sempre per strada accanto a cassonetti, altre cinque cassette, della stessa tipologia (contenitori tipici usati dagli archeologi per catalogare i repertio di uno scavo), piene di reperti antichi.
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Le indagini dei carabinieri a questo punto stanno andando avanti a setacciare la zona. L’ipotesi che prende sempre più corpo è il furto.
Passaggio chiave in queste ore è il confronto con la Soprintendenza statale di Roma. Gli archeologi stanno visionando il materiale recuperato dai militari riconoscendoli tutti come reperti provenienti da scavi risalenti al 2004, condotti in zona Pineta Sacchetti per l’allargamento della strada. All’epoca erano riemerse alcune sepolture antiche, e un sistema di antiche tubature. «Le cassette contengono resti edilizi e di altro tipo non di grande pregio e in cattive condizioni», spiegano dalla Soprintendenza. «Ma comunque è materiale antico». E certo non dovrebbe essere buttato al cassonetto come fosse un matrasso o un frigorifero.
In queste ore le indagini puntano a ricostruire «l’origine di questo atto vandalico». I militari stanno verificando se le telecamere di videosorveglianza della zona hanno immortalato movimenti sospetti intorno ai nuovi cassonetti. Quello che emerge in queste ore è che i reperti sono stati gettati non lontano dalla strada dello scavo originario (quindi, sarebbero rimasti per 16 anni in questa zona).