Roma, chiuso il ristorante dello scontrino da 430 euro alle due turiste giapponesi

Roma, chiuso il ristorante dello scontrino da 430 euro alle due turiste giapponesi
di Fabio Rossi
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Sabato 28 Settembre 2019, 07:29 - Ultimo aggiornamento: 13:54

Chiuso per irregolarità nell'occupazione del suolo pubblico, con tavolini sistemati fuori dallo spazio consentito. E multato per quegli 80 euro di mancia aggiunti al conto, già salatissimo, pagato da due turiste giapponesi in un ristorante del centro storico di Roma, a pochi passi da Castel Sant'Angelo. Il giorno dopo la denuncia, pubblicata dal Messaggero, dello scontrino da 429,80 euro pagato dalle due donne per un pranzo, la polizia locale di Roma è intervenuta nell'esercizio di via Banco di Santo Spirito, anche su indicazione del Campidoglio, per verificarne le eventuali irregolarità. Il ristorante era stato già chiuso per cinque giorni, nelle scorse settimane, per i tavolini all'aperto sistemati oltre la superficie autorizzata dal I Municipio.

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I CONTROLLI
Ieri la polizia locale del I gruppo si è trovata di fronte allo stesso problema, sospendendo la licenza al locale per altri cinque giorni. Ma il vero obiettivo dei caschi bianchi erano ricevute e scontrini, da verificare e da confrontare con i prezzi indicati nel menu che viene mostrato ai clienti. Uno, in particolare, il documento finito all'attenzione dei vigili: quello immortalato dalle due giapponesi e pubblicato su Facebook. Una voce in particolare ha attirato l'attenzione: quella voce mancia, peraltro da ben 80 euro, che in alcun modo può essere inserita nel conto, tantomeno essere imposta ai clienti. Ora quella mancia rischia di costare cara ai gestori: una sanzione amministrativa da un migliaio di euro, che si aggiungerebbe ad altri problemi minori riscontrati dai vigili durante il sopralluogo, per i quali è stato chiesto ai proprietari di esibire alcuni documenti. Il conto, questa volta sotto forma di multa, potrebbe arrivare fino a quattro-cinquemila euro.



LE VOCI
Nonostante la somma non certo da saldi chiesta alle due turiste del Sol Levante, invece, il conto della cena ha superato l'esame della polizia locale: le voci riportate sullo scontrino corrisponderebbero infatti ai prezzi indicati sul menu per i relativi piatti. «Le due turiste giapponesi hanno consumato, oltre al primo piatto tonnarelli cacio e pepe, due grigliate di pesce fresco misto, contorno di grigliata di verdure, oltre bevande e servizio al tavolo e, addirittura, in occasione del pagamento, hanno elargito ai camerieri una mancia di euro 80», sottolinea l'avvocato Carlo Scorza, legale dei titolari del ristorante.

LE REAZIONI
Ma l'episodio scatena le polemiche sul malcostume che spesso, anche a Roma, colpisce i clienti di pubblici esercizi nelle aree a grande afflusso turistico. Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma, chiede «la possibilità di prevedere una sanzione elevata insieme alla sospensione della licenza nei confronti di quegli esercenti che si prendono gioco della clientela». Con questi comportamenti, «oltre a respingere di fatto la clientela, che va invece coccolata e invitata a tornare, si denigra l'immagine di Roma nel mondo», sostiene Carlo Cafarotti, assessore capitolino al turismo. «Alcuni ristoratori, invece di partecipare allo sviluppo del territorio, puntano solo ad accaparrarsi più soldi possibile, in ogni modo, finendo per danneggiare il centro storico», spiega Sabrina Alfonsi, minisindaca del I Municipio.
 

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