Scontri a Roma, mossa di Raggi: multe e obbligo di ripulire, da settembre spese a carico di chi organizza

Scontri a Roma, mossa di Raggi: multe e obbligo di ripulire, da settembre spese a carico di chi organizza
di Simone Canettieri
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Lunedì 8 Giugno 2020, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 06:57

Obbligare i manifestanti che danneggiano la città «alla ripulitura dei luoghi». E poi multe fino a 5mila euro per chi non rispetta le ordinanze comunali. E infine: fare in modo che i servizi che Roma offre a chiunque manifesti siano a carico degli organizzatori dell'evento. E non più dell'amministrazione. Un esempio banalissimo: posizionare le transenne in un'area riservata a un corteo costa al Campidoglio circa 93mila euro all'anno. E poi ci sono le spese per deviare e potenziare il servizio degli autobus (di cui si occupa Atac), ma anche per bonificare le zone e ripulirle (questo lo farebbe Ama), per non parlare dei costi per i turni dei vigili urbani.

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Funziona così per i cortei e le manifestazioni, ma anche per i tifosi in trasferta che seguono le loro squadre in campo contro Roma e Lazio, in campionato e nelle competizioni europee. «Ora basta, si cambia approccio», è l'input che arriva dal Campidoglio a 24 ore dalla manifestazione del Circo Massimo di Forza Nuova e frange estremiste del mondo ultras. La sindaca Virginia Raggi sabato sera, davanti alle immagini degli scontri, ha bollato come «bestie» i manifestanti. E poi è andata dritta al punto della faccenda: «Ed ora chi ripulisce? Chi mette in ordine? Chi ripara i danni che hanno fatto? Le scene alle quali abbiamo assistito al Circo Massimo fanno rabbia, offendono Roma e tutti i romani. Siamo stanchi di subire queste devastazioni. Roma è una città aperta e accogliente ma non può subire in silenzio».

LA MOSSA
Ecco perché la grillina propone di attuare queste modifiche in fatto di cortei ed eventi sportivi. Con Roma e Lazio è aperto un tavolo affinché siano i club a farsi carico di questi oneri. Da quanto trapela i giallorossi si sarebbero detti favorevoli, al contrario dei vertici biancocelesti, che nutrono una serie di perplessità.
 


Di fatto la Capitale, sia in tempi pre-Covid sia ora nella fase 3 si trova di nuovo davanti allo stesso problema: è giusto che le casse del Comune, quindi i romani, paghino per la gestione di eventi che spesso si trasformano anche in azioni di guerriglia? La risposta è scontata: no. E il Campidoglio prova a imprimere una svolta. Il modo più agevole è rendere attuativi i decreti che nel 2009 istituirono Roma Capitale. Altri provvedimenti potrebbero essere legati al nuovo regolamento di polizia urbana. Sicché l'amministrazione capitolina propone, come si legge in una memoria di giunta, «l'istituzione di un fondo di garanzia in caso di incidenti, danneggiamenti e delitti durante eventi sportivi nazionali e internazionali».

E poi un inasprimento delle pene «in caso di violazioni e illeciti»: da 25 a 500 euro e da 500 a 5mila euro. E infine l'istituzione di lavori socialmente utili per chi si rende protagonista di fatti come quelli visti sabato scorso. In poche parole toccherà alle persone identificate e denunciate occuparsi di rimettere in ordine l'area danneggiata.

Se fossero in vigore queste regole già da oggi ci sarebbero al Circo Massimo gli autori dei disordini, armati di ramazza e guanti, all'opera. Ma queste modifiche rimarranno nel libro dei sogni? Il Campidoglio dice di no. E spinge affinché la stretta sia operativa il prima possibile. «C'è da sbrigarsi per chiudere questa partita prima dell'estate». In Comune, infatti, non sono sordi agli allarmi che provengono dal Viminale e dall'intelligence. Con la crisi economica, le manifestazioni di protesta potrebbero moltiplicarsi. Con tutti i rischi e i costi connessi per la collettività.

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