Incubo scale mobili, revisioni nel mirino. Indaga il ministero

Incubo scale mobili, revisioni nel mirino. Indaga il ministero
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 11 Febbraio 2020, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 10:12

Sull'ennesimo gradino che collassa in una scala mobile del metrò di Roma vogliono fare luce sia il Ministero dei Trasporti che il Campidoglio. Dopo l'incidente di domenica sera a Furio Camillo, nel dicastero guidato da Paola De Micheli parlano di un «fatto gravissimo», tanto che sono state chieste informazioni all'Ustif, l'ufficio territoriale che si occupa di sorvegliare gli impianti delle stazioni. Proprio gli ingegneri dell'ufficio ministeriale hanno subito avviato «approfondimenti» sulla dinamica dell'incidente - dinamica ancora poco chiara - riservandosi la possibilità di mettere in campo «ulteriori iniziative» già nelle prossime ore. Anche in Comune si segue la pratica con una certa apprensione: l'assessore alla Mobilità, Pietro Calabrese, ieri ha fatto partire una lettera all'Atac, in cui si chiede di dare conto delle verifiche sulle rampe di metallo. Il vero tallone d'Achille della metropolitana di Roma, sulle linee A e B, perché altrimenti le cose sarebbero migliorate, nel 2019, con le corse in aumento (al contrario dei bus dove si continuano a perdere milioni di chilometri l'anno).

Eppure il fantasma dei gradini che si sganciano non si riesce a scacciare. Anzi, l'episodio dell'altro ieri a Furio Camillo riaccende una luce sinistra su una vicenda che anche all'Atac speravano di archiviare ormai a stretto giro, dopo aver messo alla porta la ditta di manutenzione, poi finita sotto inchiesta, ingaggiata nel 2017 dall'ex amministratore unico della municipalizzata, Manuel Fantasia. Un appalto aggiudicato con un ribasso del 49%.
Tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2019, quella ditta si era occupata della «revisione decennale» di una trentina di scale, in 9 stazioni di primo piano della metro A. In 4 fermate, l'Atac ha già messo fatto intervenire Otis, il costruttore internazionale degli impianti, arruolato dopo la cacciata del vecchio manutentore su ordine del successore di Fantasia, il presidente e ad attuale, Paolo Simioni. Sono state riviste - e in alcuni casi ricostruite - le scale di Flaminio, piazza di Spagna, piazza della Repubblica e, in ultimo, piazza Barberini, che ha riaperto la settimana scorsa dopo 11 mesi di stop.

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Le altre scale con la revisione decennale scaduta tra fine 2017 e l'inizio del 2019, sono quelle di piazza Vittorio Emanuele, Manzoni, lo scalo della metro A di San Giovanni, Ponte Lungo e appunto Furio Camillo, la fermata dell'incidente dell'altro ieri, quando un gradino è saltato senza, per fortuna, ferire passeggeri, anche perché il sistema di sicurezza ha bloccato la rampa. Proprio sulle revisioni effettuate dalla vecchia ditta di manutenzione, ora il Campidoglio vuole vederci chiaro. E dall'assessorato alla Mobilità guidato da Calabrese è arrivato l'input ad approfondire i controlli. L'impresa poi allontanata da Simioni, del resto, avrebbe riparato alcuni impianti addirittura con le fascette da ferramenta, così ha sostenuto la super-perizia della Procura.
Atac naturalmente non sta con le mani in mano. Già ieri mattina ha fatto sapere di avere avviato verifiche «sulla scala mobile di Furio Camillo per accertare le ragioni del guasto che si è verificato a un gradino». Per tranquillizzare i passeggeri, la municipalizzata ha anche assicurato di essere «impegnata a garantire un livello sempre maggiore di manutenzione degli impianti (scale mobili, ascensori e servoscala) delle stazioni metroferroviarie, come dimostrano anche i dati sui guasti, che sono diminuiti del 62% fra novembre 2019 e febbraio del 2020». A oggi, sono in corso di revisione 47 impianti.
 

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