Sbranato a morte dal cane, un testimone: «Forse non è il suo ad averlo aggredito»

Sbranato a morte dal cane, un testimone: «Forse non è il suo ad averlo aggredito»
di Alessia Marani
3 Minuti di Lettura
Lunedì 25 Marzo 2019, 16:25

C'è un giallo nella terribile vicenda del pubblicitario di 43 anni di Colle del Sole, Gianluca Romagnoli, morto dissanguato nel prato di fronte casa, in via Bitti, venerdì pomeriggio, dopo essere stato morso più volte dal cane. A sbranarlo potrebbe essere stato un altro animale e non Tiago, il suo Corso di tre anni. Oppure Tiago e un altro cane potrebbero essersi azzannati e Gianluca è rimasto ferito a morte nel tentativo di dividerli. Felicetta, una vicina, lo aveva sentito urlare «basta, basta» un'ora prima dell'arrivo delle Volanti e dell'ambulanza, verso le 18. «Non gridava aiuto», racconta la donna. Non solo. Gli operatori del canile comunale della Muratella che ora hanno in custodia Tiago, avrebbero notato dei segni, come di un morso, sul dorso. Il cane sarà in profilassi antirabbica per altri 7 giorni ed è a disposizione dell'autorità giudiziaria.
 


In pratica solo l'autopsia e la comparazione delle impronte dentali lasciate sull'avambraccio sinistro e sulla mano destra di Gianluca, potranno dire con certezza se sia stato proprio lui a uccidere il padrone. Tiago non rischia comunque di essere abbattuto, nel caso andrà rieducato e, con cautela, potrebbe essere dato in adozione. «Di questi segni su Tiago non so nulla - dice Isabella, la moglie di Gianluca - io ho pensato subito che fosse stato lui perché appena mi sono avvicinata a mio marito che era a terra immobile, mi ha addentato a un braccio. Magari non fosse stato! Almeno in questa tragedia avremmo una piccola consolazione». Isabella racconta che «una volta Tiago si era rivoltato contro mio figlio, mi spaventai e dissi a Gianluca di darlo via. Ma lui lo adorava quel cane. Così, nonostante lo avessimo fatto addestrare anche da piccolo, questa estate abbiamo fatto dieci lezioni di recupero comportamentale, tutti insieme, noi e i nostri due bambini. Non sono servite».
I MAREMMANI
Via Bitti è una strada di villette e abitazioni a due piani circondata dalla campagna, lungo la Prenestina, fuori dal Gra. A poche decine di metri da casa dei Romagnoli, si accede a un pratone. Sul punto dove Isabella ha trovato il corpo del marito ci sono mazzi di fiori. Venerdì con lei c'era anche il più piccolo dei due figli, di 7 anni. Uno choc. Marco, un vicino, che è accorso sul posto, indica il lenzuolo rosso portato per velare il corpo. Poi anche un bastone «forse usato da Gianluca per placare il cane» e una grossa pietra ancora insanguinata. Spiega che «l'attacco deve essere iniziato qualche metro prima» e segue con gli occhi i batuffoli di piuma del giubbino rimasti sparsi sul terriccio. «Tiago era un cane aggressivo, in molti ne avevamo paura - dice - ma nel prato pascolano delle pecore e ci sono dei maremmani pericolosi, in particolare uno enorme. Forse c'era anche un altro cane». Anche Marco ha visto i segni sul collo del Corso: «Ho pensato, però, che potessero essere quelli della bastonata». A questo punto solo l'autopsia e i rilievi scientifici potranno stabilire con certezza se il cane killer sia stato proprio Tiago. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA