Ma se soddisfa il passaggio sulla riduzione del disavanzo della sanità, che nel 2018 per la prima volta dovrebbe fare scrivere un segno più (24 milioni di euro) quando solo cinque anni fa stavamo a quasi meno 700 milioni di euro, ci sono anche criticità nell’analisi della Corte dei conti. Esempio: uscire dal commissariamento non consentirà di abbassare le tasse. «Mantenere le aliquote Irpef e Irap al livello attuale comporterebbe che il gettito dovrebbe essere destinato per una parte rilevante al ripiano dei disavanzi. Il rischio è quello di accentuare la rigidità del bilancio». Ancora: «Gli equilibri complessivi (contabili, finanziari, economici) dei conti della Regione Lazio paiono garantiti solo per via del mantenimento della pressione fiscale imposta dalla permanenza della Regione nel Piano di rientro dal deficit sanitario e dalla restituzione trentennale delle anticipazioni di liquidità riscosse per estinguere le passività pregresse». Prudenza anche sul piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare della Regione: «Non può non esprimersi un giudizio positivo in ordine al prosieguo da parte delle Regione delle attività di contingentamento, accorpamento e dismissione dei numerosi immobili appartenenti al patrimonio regionale adibiti a sedi di rappresentanza e di uffici. Tale azione di asciugamento del patrimonio immobiliare risulta necessaria anche al fine di evitare defatiganti contenziosi relativi in particolare, ai contratti dilocazione».
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