Roma, Sanità, addio al commissario: ma le tasse non diminuiscono

Roma, Sanità, addio al commissario: ma le tasse non diminuiscono
di Mauro Evangelisti
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Luglio 2019, 14:14
La frase del presidente della sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei Conti, Roberto Benedetti, sembra benedire l’uscita dal commissariamento della sanità della Regione, anche se il giudizio decisivo è quello che sarà espresso il 30 luglio dal tavolo di verifica di cui fanno parte i tecnici del Mef e del Ministero della Salute. Ha detto Benedetti: «Per quanto riguarda l’aspetto sanitario, riteniamo che possano essere maturi i tempi per la chiusura del commissariamento e quindi la Regione potrà ritornare, nel campo della sanità, finalmente a un regime di ordinarietà che consentirà di avere più risorse e di avere soprattutto la possibilità di colmare i vuoti che si stanno creando con l’assunzione di personale». L’occasione è stata offerta dal giudizio positivo di parifica sul rendiconto generale della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 2018 che porta la firma dell’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore. In pratica la Corte dei conti ha sancito che la gestione contabile è stata corretta («abbiamo escluso soltanto un paio di partite che riguardavano dei contributi ai Comuni e li vedrà poi la Regione cosa fare»).
 
Ma se soddisfa il passaggio sulla riduzione del disavanzo della sanità, che nel 2018 per la prima volta dovrebbe fare scrivere un segno più (24 milioni di euro) quando solo cinque anni fa stavamo a quasi meno 700 milioni di euro, ci sono anche criticità nell’analisi della Corte dei conti. Esempio: uscire dal commissariamento non consentirà di abbassare le tasse. «Mantenere le aliquote Irpef e Irap al livello attuale comporterebbe che il gettito dovrebbe essere destinato per una parte rilevante al ripiano dei disavanzi. Il rischio è quello di accentuare la rigidità del bilancio». Ancora: «Gli equilibri complessivi (contabili, finanziari, economici) dei conti della Regione Lazio paiono garantiti solo per via del mantenimento della pressione fiscale imposta dalla permanenza della Regione nel Piano di rientro dal deficit sanitario e dalla restituzione trentennale delle anticipazioni di liquidità riscosse per estinguere le passività pregresse». Prudenza anche sul piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare della Regione: «Non può non esprimersi un giudizio positivo in ordine al prosieguo da parte delle Regione delle attività di contingentamento, accorpamento e dismissione dei numerosi immobili appartenenti al patrimonio regionale adibiti a sedi di rappresentanza e di uffici. Tale azione di asciugamento del patrimonio immobiliare risulta necessaria anche al fine di evitare defatiganti contenziosi relativi in particolare, ai contratti di‎locazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA