I colori sgargianti di due Citroën Dyane col tettino in tela, L'auto in jeans: uno scooter da città e un pulmino da week end, come recitava la pubblicità. Una macchina simbolo che ha attraversato il '68, poi gli anni '70 sbarcando negli anni '80. Accanto c'è una fiammante Citroën DS, la sportiva e sensuale protagonista di film e numerosi spot. Come Gattaca (1997) dove una splendida Uma Thurman guida una DS19 Cabriolet del 64. Oppure in Adorabili Amiche (2010), diretto da Benoît Pétré, dove le tre protagoniste intraprendono un lungo viaggio a bordo della Citroën DS Pallas. C'è anche la mitica Fiat 500: il Cinquino, la superutilitaria della casa torinese, prodotta dal luglio 1957 all'agosto 1975 e, in versione Giardiniera, fino al 1977. Tutte in esposizione e non in un salone dell'auto. Ma nel parcheggio dell'ospedale San Camillo, in via della Circonvallazione Gianicolense. Un misterioso caso su cui stanno indagando gli uffici dell'Economato della struttura ospedaliera e anche i militari di zona. Le auto si trovano nella palazzina a tre piani della Zona 2. Uno dei park a disposizione di visitatori e medici. Diventato però nel tempo, un parcheggio privato.
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IDENTIFICATE
Come si sia sparsa la voce e chi gestisca le postazioni nei tre piani, resta da accertare. Intanto l'Economato ha lasciato un avviso su ogni cruscotto: «L'occupazione stabile di un suolo a uso pubblico- si legge- necessita di autorizzazione. L'azienda non ha mai concesso alcuna autorizzazione pertanto deve ritenersi abusiva».
Sono venti le vetture parcheggiate nell'auto salone San Camillo: «Abbiamo rintracciato i proprietari e sollecitato la rimozione» confermano.
IL COLLEZIONISTA
Tra i proprietari c'è anche un appassionato, un collezionista. Che della vendita di auto d'epoca ne ha fatto un lavoro: Giulio C., residente alla Pisana e tutti i giorni in visita al papà ricoverato da due anni per un tumore. Almeno quattro delle venti auto sono intestate a lui. Secondo i primi controlli della guardie giurate, anche tre alla volta. Eppure assicura: «Le uso a rotazione, vado a trovare mio papà e ne approfitto per farle girare. Come me, in quel parcheggio la lasciano anche medici e personale dell'ospedale. Siamo tutti appassionati ma non commettiamo alcun abuso. Io sono un visitatore, loro lavorano in ospedale».
Le indagini dell'ospedale sono comunque in corso e il museo (abusivo) delle macchine d'epoca è ormai prossimo alla chiusura.