Rugby in carrozzina, a Roma la prima squadra d'Italia: «Noi Romanes placchiamo la disabilità e la depressione»

I Romanes, la prima squadra d'Italia di rugby in carrozzina
di Raffaele Nappi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Marzo 2019, 21:38

«Paralitico a chi? Non siamo una onlus che vive di carità ma un’impresa sociale nel vero senso del termine. Siamo un gruppo di manager con visione strategica che vogliono creare opportunità per i paralitici, per tirarli fuori di casa e via dalla depressione». David Wallach è il co-fondatore e promotore dei Romanes, la prima squadra che ha portato a Roma il rugby paralimpico. Tutto è nato nel 2015 grazie all’impegno di chi ha voluto promuovere e sostenere la diffusione del Wheelchair Rugby nella capitale: una vera e propria impresa sociale sportiva e inclusiva, capace di dare agli oltre 1.500 disabili di Roma l’opportunità di praticare l'unico sport di squadra accessibile ai tetraplegici.

LEGGI ANCHE: Al PalaLuiss torna #6sedie, la festa del wheelchair rugby con Chef Rubio e gli ex azzurri
LEGGI ANCHE: Tutti nella mischia del Wheelchair rugby, altro che Sei nazioni seduto

LA NASCITA - Il Wheelchair Rugby è uno sport paralimpico che utilizza alcune regole e tattiche del basket in carrozzina, ma è dedicato ad atleti con disabilità più gravi ed è caratterizzato da spettacolari impatti tra carrozzine. In Italia è arrivato solo pochi anni fa, in parte proprio grazie ai Romanes, e la Nazionale Italiana è attualmente al 28esimo posto nel ranking mondiale. Oggi la squadra dei Romanes è composta da più di 15 giocatori; gli allenamenti si svolgono ogni sabato al PalaLuiss dalle 12 alle 14; sono 6 invece i club di Wheelchair Rugby in Italia. Ma com’è nato tutto? «Il mio amico Rufo Iannelli dopo l'incidente che lo ha paralizzato è stato curato in Inghilterra a Stoke Mandeville, che è la patria del Wheelchair Rugby, e ne è rimasto affascinato – racconta David – Quando è tornato a Roma ha fondato in seno ad una polisportiva una prima squadra sperimentale. Io, che mi occupo di startup innovative, ho pensato e deciso di aiutarlo. È nata così la squadra dei Romanes».
 

 


LA SQUADRA - Le prime reazioni sono state di entusiasmo diffuso, ma anche di scontro con una dura realtà dove tutto doveva essere costruito da zero, e dove «ci siamo presto resi conto che valeva più che mai la regola del chi fa da sé fa per tre, proprio come in una qualsiasi startup», continua David. Il gruppo è fatto da atleti di ogni età (dai 20 ai 60), che hanno varie patologie fisiche o anche mentali, donne e uomini. Un piccolo gruppo, più competitivo, si allena in un'ottica più sportiva e agonistica. «Il resto viene principalmente perché sta bene con gli altri e si sente a casa». In campo, però, si è tutti uguali: «Botte e sportellate ci uniscono», sorridono i giocatori.

OLIMPIADI - Obiettivi? I Romanes vogliono far crescere il format #6Sedie-Il 6 Nazioni Seduto come veicolo promozionale della disciplina in Italia, e ambiscono a portare un’edizione degli Europei di Wheelchair Rugby a Roma e contribuire al successo della Nazionale Italiana alle Paralimpiadi di Tokyo del 2020. Ma anche, ad esempio, creare una Lega Mediterranea che raggruppi fino a 12 Club dei Paesi mediterranei e a sud del mondo, dove lo sport è presente ma ancora in stadio embrionale. Il campionato Mare Nostrum potrebbe articolarsi su 4 eventi all’anno, nella forma di un weekend ciascuno, dove gli atleti dei club partecipanti fanno workshop, formazione con tecnici e atleti internazionali, scambio, competizione e confronto. Ma le istituzioni hanno dato una mano al progetto? «Figuriamoci (sorride David), piuttosto lo hanno ostacolato. Sembra quasi che abbiano paura di una realtà intraprendente e determinata come la nostra». Per fortuna con i privati il rapporto è diverso, «dinamico e stimolante – aggiunge – E grazie ai privati possiamo fornire davvero l'accesso alla disciplina ai nostri atleti: paghiamo noi le sedie (3-5.000€ l'una), le strutture e il personale tecnico e di staff. Credo che possiamo dire di essere l'unica realtà dilettantistica in Italia a fare questo», conclude.

SOLIDARIETA’ - Dopo il furto dei giorni scorsi alla Locanda dei Girasoli i ragazzi dei Romanes hanno deciso di donare 25 cartoni della birra prodotta in partnership con Birradamare: «Donare le nostre birre è uno stimolo a continuare il lavoro che fanno, ed un veicolo di impatto sistemico», continua. Lo scorso 23 febbraio a Roma si è tenuto il #6Sedie 2019, l'unico evento puramente promozionale di Wheelchair in Europa, ideato e organizzato dai Romanes. C’era il PalaLuiss strapieno di gente, atleti di 6 squadre italiane e 3 internazionali. «Non siamo solo degli sportivi (anzi siamo delle pippe immense). Siamo piuttosto uno scanzonato gruppo di paralitici che vuol essere un centro di gravità per tutti quelli che gli ruotano intorno. Chi gioca con noi deve venire per stare bene, per uscire di casa e dalla depressione», conclude David. La scena più bella di tutte? «Quando una volta un nostro atleta amputato ne inseguiva saltellando su una gamba un altro che gli aveva rubato la protesi urlandogli dietro ‘A paraliticoooooo se te pio te rompooooo’. E l'altro che gli rispondeva: ‘Sono già rottooooo’».

© RIPRODUZIONE RISERVATA